Volume 3

Edizione Giuntina
    bene si ritirarono questi fratelli a vivere ciascuno da per sé, che non-
    dimeno si ebbero in tanta reverenza l'un l'altro, et ambidue il padre,
    che sempre ciascuno di loro celebrando l'altro si faceva inferiore di
    meriti; e così modestamente cercavano di sopravanzare l'un l'altro
5   non meno in bontà e cortesia che nell'ecc[ellenza] dell'arte.
    Le prime opere di Giovanni furono alcuni ritratti di naturale che
    piacquero molto, e particolarmente quello del doge Loredano, se
    bene altri dicono essere stato Giovanni Mozzenigo, fratello di quel
    Piero che fu Doge molto inanzi a esso Loredano. Fece dopo Giovanni
10   una tavola nella chiesa di S. Giovanni all'altare di S. Caterina da
    Siena, nella quale, che è assai grande, dipinse la Nostra Donna a
    sedere col Putto in collo, S. Domenico, S. Ieronimo, S. Caterina,
    S. Orsola e due altre Vergini, et a' piedi della Nostra Donna fece
    tre putti ritti che cantano a un libro bellissimo; di sopra fece lo
15   sfondato d'una volta in un casamento che è molto bello: la qual opera
    fu delle migliori che fusse stata fatta insino allora in Venezia. Nella
    chiesa di S. Iobbe dipinse il medesimo, all'altar di esso Santo, una
    tavola con molto disegno e bellissimo colorito, nella quale fece in
    mezzo a sedere, un poco alta, la Nostra Donna col Putto in collo e
20   S. Iobbe e S. Bastiano nudi, et appresso S. Domenico, S. France-
    sco, S. Giovanni e S. Agostino, e da basso tre putti che suonano con
    molta grazia; e questa pittura fu non solo lodata allora che fu vi-
    sta di nuovo, ma è stata similmente sempre dopo come cosa bel-
    lissima.
25   Da queste lodatissime opere mossi, alcuni gentiluomini comincia-
    rono a ragionare che sarebbe ben fatto, con l'occasione di così rari
    maestri, fare un ornamento di storie nella sala del Gran Consiglio,
    nelle quali si dipignessero le onorate magnificenze della loro maravigliosa
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Edizione Torrentiniana
    acquistato Giovanni credito e nome grandissimo da aver ritratto di
30   naturale molte persone, e fra gli altri un Doge di quella città che dicono
    essere stato da Ca' Loredano, il ritratto del quale fu per la amicizia
    presa con esso cagione che e' facesse per suo mez[z]o nella chiesa di San
    Giovanni e Pavolo la cappella di San Tommaso d'Aquino; per la quale
    opera, reputata certo bellissima, fu egli tenuto in quel grado che maggior
35   si poteva in quella professione. E non andò molto, che e' fu ricerco da far
    una tavola in Canaregio nella chiesa di San Giobbo, dove egli fece dentro
    una Nostra Donna con molti Santi, che sempre gli ha mantenuto quello
    istesso nome di celebrato che egli si aquistò in quella città.
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