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al quale pose così nome per la dolce memoria che teneva di Gentile |
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da Fabriano, stato suo maestro e come padre amorevole. Quando |
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dunque furono alquanto cresciuti i detti due figliuoli, Iacopo stesso |
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insegnò loro con ogni diligenza i principii del disegno. Ma non passò |
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molto che l'uno e l'altro avanzò il padre di gran lunga, il quale di |
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ciò rallegrandosi molto, sempre gli inanimiva, mostrando loro che |
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disiderava che eglino, come i Toscani fra loro medesimi portavano il |
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vanto di far forza per vincersi l'un l'altro secondo che venivono all'ar- |
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te di mano in mano, così Giovanni vincesse lui, e poi Gentile l'uno |
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e l'altro, e così suc[c]essivamente. |
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Le prime cose che diedero fama a Iacopo furono il ritratto di |
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Giorgio Cornaro e di Caterina reina di Cipri, una tavola che egli |
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mandò a Verona, dentrovi la Passione di Cristo con molte figure, |
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fra le quali ritrasse se stesso di naturale, et una storia della Croce, |
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la quale si dice essere nella Scuola di S. Giovanni Evangelista: le |
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quali tutte e molte altre furono dipinte da Iacopo con l'aiuto de' fi- |
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gliuoli. E questa ultima storia fu fatta in tela, sì come si è quasi |
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sempre in quella città costumato di fare, usandovisi poco dipignere, |
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come si fa altrove, in tavole di legname d'albero, da molti chiamato |
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oppio e d'alcuni gàtticce, il quale legname, che fa per lo più lungo |
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i fiumi o altre acque, è dolce affatto e mirabile per dipignervi sopra, |
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perché tiene molto il fermo quando si commette con la mastrice; ma |
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in Venezia non si fanno tavole, e facendose alcuna volta, non si ado- |
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pera altro legname che d'abeto, di che è quella città abondantissima |
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per rispetto del fiume Adice che ne conduce grandissima quantità di |