Volume 3

Edizione Giuntina
    Monte Oliveto con la incoronazione di Nostra Donna e molti Santi
    attorno, mantenutasi così fresca che pare fatta dalle mani di fra' Fi-
    lippo al presente; dove dal sopradetto messer Carlo gli fu detto che
    egli avvertisse alle mani che dipigneva, perché molto le sue cose
5   [n'] erano biasimate: per il che fra' Filippo nel dipignere da indi in-
    nanzi la maggior parte o con panni o con altra invenzione ricoperse
    per fuggire il predetto biasimo. Nella quale opera ritrasse di naturale
    detto messer Carlo. Lavorò in Fiorenza alle Monache di Analena
    una tavola d'un Presepio; et in Padova si veggono ancora alcune pit-
10   ture. Mandò di sua mano a Roma due storiette di figure picciole al
    cardinal Barbo, le quali erano molto eccellentemente lavorate e con-
    dotte con diligenzia. E certamente egli con maravigliosa grazia
    lavorò e finitissimamente unì le cose sue, per le quali sempre dagli
    artefici in pregio e da' moderni maestri è stato con somma lode ce-
15   lebrato, et ancora, mentre che l'eccellenza di tante sue fatiche la vo-
    racità del tempo terrà vive, sarà da ogni secolo avuto in venerazione.
    In Prato ancora vicino a Fiorenza, dove aveva alcuni parenti, in
    compagnia di fra' Diamante del Carmine, stato suo compagno e no-
    vizio insieme, dimorò molti mesi lavorando per tutta la terra assai
20   cose. Essendogli poi dalle Monache di Santa Margherita data a fare
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Edizione Torrentiniana
    Santi attorno, mantenutasi così fresca che pare fatta delle mani di fra'
    Filippo pure al presente; dove dal sopradetto messer Carlo gli fu detto
    che egli avvertisse alle mani che dipigneva, perché molto le sue cose
    n'erano biasimate: per il che fra' Filippo nel dipignere da indi innanzi
25   la maggior parte o da panni o da altra invenzione ricoperse per fuggire il
    predetto biasimo. Lavorò in Fiorenza alle Monache di Annalena una
    tavola d'un Presepio; et in Padova si veggono ancora di lui alcune pit-
    ture. Mandò a Roma due storiette di figure picciole al cardinal Barbo,
    le quali erano molto eccellentemente lavorate e condotte con diligenzia.
30   E certamente ch'egli con maravigliosa grazia lavorò e finitissimamen-
    te unì le cose sue, per le quali sempre dagli artefici in pregio e da' moder-
    ni maestri è stato con somma lode celebrato, et ancora, mentre che l'ec-
    cellenza di tante sue fatiche la voracità del tempo terrà vive, sarà da
    ogni secolo avuto in venerazione.
35   Si trasferì a Prato, castello vicino a Fiorenza, dove per parentela d'al-
    cuni suoi che rimasti erano, in compagnia di fra' Diamante del Carmino,
    stato compagno e novizio insieme, alcuni mesi dimorò faccendo opere in
    diversi luoghi di quel castello. Avvenne allora che le Monache di Santa
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