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che loro non costano, dovere essere da ognuno per i loro begli occhi, |
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come si dice, serviti. Le cortesie di maestro Domenico Viniziano |
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cavarono di mano d'Antonello quello che aveva con sue tante fatiche |
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e sudori procacciatosi, e quello che forse per grossa somma di danari |
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non averebbe a niuno altro conceduto. Ma perché di m[aestro] Dome- |
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nico si dirà quando fia tempo quello che lavorasse in Firenze et a |
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cui fusse liberale di quello che aveva da altri cortesemente ricevuto, |
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dico che Antonello, dopo la tavola di S. Cassano, fece molti quadri e |
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ritratti a molti gentiluomini viniziani; e messer Bernardo Vecchietti |
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fiorentino ha di sua mano in uno stesso quadro S. Francesco e S. Do- |
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menico, molto belli. |
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Quando poi gl'erano state allogate dalla Signoria alcune storie in |
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palazzo, le quali non avevano voluto concedere a Francesco di Mon- |
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signore veronese, ancora che molto fusse stato favorito dal duca di |
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Mantoa, egli si ammalò di mal di punta, e si morì d'anni 49 senza |
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avere pur messo mano all'opera. Fu dagl'artefici nell'essequie molto |
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onorato per il dono fatto all'arte della nuova maniera di colorire, |
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come testifica questo epitaffio: |
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D. O. M. |
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ANTONIUS PICTOR PRAECIPUUM MESSANAE SUAE, ET SICILIAE TOTIUS |
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ORNAMENTUM HAC HUMO CONTEGITUR. NON SOLUM SUIS PICTURIS |