Volume 3

Edizione Giuntina
    onde nasce il biasimo dell'opere nel disonesto e la lode ne l'artificio
    e nella virtù. Ma io non vorrei già che alcuno s'ingannasse interpre-
    tando il goffo et inetto, devoto, et il bello e buono, lascivo, come fan-
    no alcuni, i quali vedendo figure o di femina o di giovane un poco
5   più vaghe e più belle et adorne che l'ordinario, le pigliano sùbito e
    giudicano per lascive, non si avedendo che a gran torto dannano il
    buon giudizio del pittore, il quale tiene i Santi e Sante, che sono ce-
    lesti, tanto più belli della natura mortale quanto avanza il cielo la
    terrena bellezza e l'opere nostre; e che è peggio, scuoprono l'animo
10   loro infetto e corrotto, cavando male e voglie disoneste di quelle cose,
    delle quali, se e' fussino amatori dell'onesto come in quel loro zelo
    sciocco vogliono dimostrare, verrebbe loro disiderio del cielo e di farsi
    accetti al Creatore di tutte le cose, dal quale perfettissimo e bellissimo
    nasce ogni perfezzione e bellezza. Che farebbono o è da credere che
15   facciano questi cotali, se dove fussero o sono bellezze vive accom-
    pagnate da lascivi costumi, da parole dolcissime, da movimenti pieni
    di grazia e da occhi che rapiscono i non ben saldi cuori, si ritrovas-
    sero o si ritruovano, poi che la sola immagine e quasi ombra del bel-
    lo cotanto gli commove? Ma non perciò vorrei che alcuni credessero
20   che da me fussero approvate quelle figure che nelle chiese sono di-
    pinte poco meno che nude del tutto, perché in cotali si vede che il
    pittore non ha avuto quella considerazione che doveva al luogo: per-
    ché, quando pure si ha da mostrare quanto altri sappia, si deve fare
    con le debite circostanze, et aver rispetto alle persone, a' tempi et ai
25   luoghi.
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Edizione Torrentiniana
    onde nasce il biasimo dell'opre nel disonesto e la lode nell'artificio e nella
    virtù. Ma io non vo' già che alcuni s'ingannino interpretando il devoto
    per goffo et inetto, come fanno certi che, veggendo pitture dove sia una
    figura o di femmina o di giovane un poco più vaga e più bella e
30   più adorna d'ordinario, le pigliano e giudicano sùbito per lascive, né si
    avveggano che non solo dannano il buon giudizio del pittore - il quale
    tiene de' Santi e Sante che son celesti e tanto più belle della natura
    mortale quanto avanza il cielo la terrena bellezza dell'opere nostre -,
    ma ancora scuoprono l'animo loro essere infetto e corrotto, cavando ma-
35   le e voglie non oneste di quello che, se e' fussino amatori della onestà
    come in quel loro zelo sciocco voglion mostrare, eglino ne caverebbono
    desiderio del cielo e laude del sommo Iddio, dal quale, perfettissimo e
    bellissimo, nasce ogni bellez[z]a delle creature sue.
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