Volume 3

Edizione Giuntina
    è una Nunziata; et in S. Maria Novella, oltre alle cose dette, dipinse
    di storie piccole il cereo pasquale et alcuni reliquieri che nelle mag-
    giori solennità si pongono in sull'altare. Nella Badia della medesima
    città fece sopra una porta del chiostro un S. Benedetto che accenna
5   silenzio. Fece a' Linaiuoli una tavola, che è nell'uffizio dell'Arte
    loro; et in Cortona un archetto sopra la porta della chiesa dell'Ordine
    suo, e similmente la tavola dell'altar maggiore. In Orvieto cominciò
    in una volta della capella della Madonna, in Duomo, certi Profeti,
    che poi furono finiti da Luca da Cortona. Per la Compagnia del Tem-
10   pio di Firenze fece in una tavola un Cristo morto. E nella chiesa de'
    Monaci degl'Angeli un Paradiso et un Inferno di figure piccole, nel
    quale con bella osservanza fece i beati bellissimi e pieni di giubilo e
    di celeste letizia, et i dannati apparecchiati alle pene dell'inferno in
    varie guise mestissimi e portanti nel volto impresso il peccato e de-
15   merito loro: i beati si veggiono entrare celestemente ballando per la
    porta del paradiso, et i dannati dai demonii all'inferno nell'eterne
    pene strascinati. Questa opera è in detta chiesa andando verso l'altar
    maggior a man ritta, dove sta il sacerdote, quando si cantano le Mes-
    se, a sedere. Alle Monache di San Piero Martire, che oggi stanno nel
20   monasterio di San Felice in Piazza, il quale era dell'Ordine di Camal-
    doli, fece in una tavola la Nostra Donna, S. Giovanni Battista, San
    Domenico, San Tommaso e San Piero martire con figure piccole
    assai. Si vede anco nel tramezzo di Santa Maria Nuova una tavola
    di sua mano.
25   Per questi tanti lavori essendo chiara per tutta Italia la fama di
    fra' Giovanni, papa Nicola Quinto mandò per lui, et in Roma gli fece
    fare la cappella del palazzo dove il papa ode la Messa con un De-
    posto di croce et alcune storie di S. Lorenzo bellissime, e miniar al-
    cuni libri che sono bellissimi. Nella Minerva fece la tavola dell'altar
30   maggiore, et una Nunziata, che ora è a canto alla cappella grande
    appoggiata a un muro. Fece anco per il detto Papa la cappella del
    Sagramento in palazzo, che fu poi rovinata da Paulo Terzo per di-
    rizzarvi le scale, nella quale opera, che era eccellente in quella ma-
    niera sua, aveva lavorato in fresco alcune storie della vita di Gesù
35   Cristo, e fattovi molti ritratti di naturale di persone segnalate di que'
    tempi; i quali per avventura sarebbono oggi perduti, se il Giovio non
    avesse fattone ricavar questi per il suo museo: papa Nicola Quinto,
    Federigo imperator[e], che in quel tempo venne in Italia, frate An-
    tonino, che fu poi arcivescovo di Firenze, il Biondo da Furlì e Fer-
40   rante d'Aragona. E perché al Papa parve fra' Giovanni, sì come era
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