Volume 3

Edizione Giuntina
    Piero Lorentino d'Angelo aretino, il quale imitando la sua maniera
    fece in Arezzo molte pitture, e diede fine a quelle che Piero
    lasciò, sopravenendoli la morte, imperfette. Fece Lorentino in fresco,
    vicino al S. Donato che Piero lavorò nella Madonna delle Grazie,
5   alcune storie di S. Donato; et in molti altri luoghi di quella città e
    similmente del contado moltissime cose, e perché non si stava mai e
    per aiutare la sua famiglia che in que' tempi era molto povera. Dipinse
    il medesimo nella detta chiesa delle Grazie una storia dove papa
    Sisto Quarto, in mezzo al cardinal di Mantoa et al cardinal Piccolo-
10   mini, che fu poi papa Pio Terzo, concede a quel luogo un perdono;
    nella quale storia ritrasse Lorentino di naturale e ginocchioni Tom-
    maso Marzi, Piero Traditi, Donato Rosselli e Giuliano Nardi, tutti
    cittadini aretini et Operai di quel luogo. Fece ancora nella sala del
    palazzo de' Priori, ritratto di naturale, Galeotto cardinale da Pietra-
15   mala, il vescovo Guglielmino degl'Ubertini, messer Angelo Alber-
    gotti dottor di legge, e molte altre opere che sono sparse per quella
    città. Dicesi che essendo vicino a carnovale, i figliuoli di Laurentino
    lo pregavano che amazzasse il porco, sì come si costuma in quel paese;
    e che non avendo egli il modo da comprarlo, gli dicevano: «Non aven-
20   do danari, come farete, babbo, a comperare il porco?». A che rispon-
    deva Lorentino: «Qualche santo ci aiuterà». Ma avendo ciò detto più
    volte e non comparendo il porco, n'avevano, passando la stagione,
    perduta la speranza, quando finalmente gli capitò alle mani un contadino
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Edizione Torrentiniana
    Furono discepoli di Pietro Lorentino D'Angelo aretino, il quale imi-
25   tando quella maniera fece in Arezzo molte pitture, e quelle che comincia-
    te aveva Pietro a ultima fine ridusse; come ancora nel chiostro di San-
    ta Maria delle Grazie fuor di Arezzo, vicino al San Donato che Pietro
    vi lavorò, son le storie di San Donato da Laurentino lavorate in fresco.
    Dipinse in Santo Agostino et in San Francesco in Arezzo cappelle; e
30   per la città molt'opere similmente, e fuori per il contado fece moltissime
    figure per aiutare la famiglia sua, che era in quei tempi molto povera.
    Dicesi che sendo vicino a carnovale, i suoi figliuoli lo pregavano che amaz-
    zasse il porco, per essere così costume in quel paese; e non avendo
    Lorentino il modo, lo molestavano que' fanciulli dicendo: «Voi non avete
35   danari, padre: come faremo a comperare il porco?». Lorentino rispon-
    deva: «Qualche santo ci aiuterà». Per che lo replicò più volte; e non
    comparendo il modo, e passando la stagione, pur finalmente venne un
    contadino da la Pieve a Quarto che aveva a sodisfare un boto di far
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