|
|
Piero Lorentino d'Angelo aretino, il quale imitando la sua maniera |
|
|
fece in Arezzo molte pitture, e diede fine a quelle che Piero |
|
|
lasciò, sopravenendoli la morte, imperfette. Fece Lorentino in fresco, |
|
|
vicino al S. Donato che Piero lavorò nella Madonna delle Grazie, |
5 |
|
alcune storie di S. Donato; et in molti altri luoghi di quella città e |
|
|
similmente del contado moltissime cose, e perché non si stava mai e |
|
|
per aiutare la sua famiglia che in que' tempi era molto povera. Dipinse |
|
|
il medesimo nella detta chiesa delle Grazie una storia dove papa |
|
|
Sisto Quarto, in mezzo al cardinal di Mantoa et al cardinal Piccolo- |
10 |
|
mini, che fu poi papa Pio Terzo, concede a quel luogo un perdono; |
|
|
nella quale storia ritrasse Lorentino di naturale e ginocchioni Tom- |
|
|
maso Marzi, Piero Traditi, Donato Rosselli e Giuliano Nardi, tutti |
|
|
cittadini aretini et Operai di quel luogo. Fece ancora nella sala del |
|
|
palazzo de' Priori, ritratto di naturale, Galeotto cardinale da Pietra- |
15 |
|
mala, il vescovo Guglielmino degl'Ubertini, messer Angelo Alber- |
|
|
gotti dottor di legge, e molte altre opere che sono sparse per quella |
|
|
città. Dicesi che essendo vicino a carnovale, i figliuoli di Laurentino |
|
|
lo pregavano che amazzasse il porco, sì come si costuma in quel paese; |
|
|
e che non avendo egli il modo da comprarlo, gli dicevano: «Non aven- |
20 |
|
do danari, come farete, babbo, a comperare il porco?». A che rispon- |
|
|
deva Lorentino: «Qualche santo ci aiuterà». Ma avendo ciò detto più |
|
|
volte e non comparendo il porco, n'avevano, passando la stagione, |
|
|
perduta la speranza, quando finalmente gli capitò alle mani un contadino |