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fuor d'Arezzo, dipinse in una cappella un Cristo che di notte òra |
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nell'orto, bellissimo. Lavorò ancora in Perugia molte cose che in |
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quella città si veggiono, come nella chiesa delle Donne di S. Antonio |
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da Padoa, in una tavola a tempera, una Nostra Donna col Figliuolo |
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in grembo, San Francesco, S. Lisabetta, S. Giovan Battista e S. An- |
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tonio da Padoa; e di sopra una Nunziata bellissima, con un Angelo |
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che par proprio che venga dal cielo, e che è più, una prospettiva di |
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colonne che diminuiscono bella affatto. Nella predella, in istorie |
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di figure piccole, è S. Antonio che risuscita un putto, S. Lisabetta |
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che salva un fanciullo cascato in un pozzo e S. Francesco che riceve |
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le stìmate. In S. Chriaco d'Ancona, all'altare di S. Giuseppo, dipinse |
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in una storia bellissima lo sposalizio di Nostra Donna. |
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Fu Piero, come si è detto, studiosissimo dell'arte e si esercitò assai |
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nella prospettiva, et ebbe bonissima cognizione d'Euclide, in tanto che |
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tutti i miglior' giri tirati ne' corpi regolari egli meglio che altro geo- |
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metra intese, et i maggior' lumi che di tal cosa ci siano, sono di sua |
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mano; per che maestro Luca dal Borgo frate di S. Francesco, che |
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scrisse de' corpi regolari di geometria, fu suo discepolo; e venuto |
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Piero in vecchiezza et a morte doppo aver scritto molti libri, maestro |
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Luca detto, usurpandogli per se stesso, gli fece stampare come suoi, |
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essendogli pervenuti quelli alle mani dopo la morte del maestro. |
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Usò assai Piero di far modelli di terra, et a quelli metter sopra panni |
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molli con infinità di pieghe per ritrarli e servirsene. Fu discepolo di |