Volume 3

Edizione Giuntina
    bellissima. Nel convento de' Frati di S. Agostino dipinse la tavola
    dell'altar maggiore, che fu cosa molto lodata, et in fresco lavorò una
    Nostra Donna della Misericordia in una Compagnia overo, come
    essi dicono, Confraternita; e nel Palazzo de' Conservadori una Re-
5   sur[r]ezzione di Cristo, la quale è tenuta dell'opere che sono in detta
    cità, e di tutte le sue, la migliore. Dipinse a S. Maria di Loreto, in
    compagnia di Domenico da Vinegia, il principio d'un'opera nella
    volta della sagrestia; ma perché temendo di peste la lasciarono im-
    perfetta, ella fu poi finita da Luca da Cortona, discepolo di Piero,
10   come si dirà al suo luogo. Da Loreto venuto Piero in Arezzo, dipinse
    per Luigi Bacci, cittadino aretino, in S. Francesco la loro capella del-
    l'altar maggiore, la volta della quale era già stata cominciata da Lo-
    renzo di Bicci. Nella quale opera sono storie della Croce, da che i
    figliuoli d'Adamo, sotterrandolo, gli pongono sotto la lingua il seme
15   dell'albero di che poi nacque il detto legno, insino alla esaltazione di
    essa Croce fatta da Eraclio imperadore, il quale portandola in su la
    spalla, a piedi e scalzo entra con essa in Ierusalem; dove sono molte
    belle considerazioni e attitudini degne d'esser lodate, come, verbi-
    grazia, gl'abiti delle donne della reina Saba condotti con maniera
20   dolce e nuova, molti ritratti di naturale antichi e vivissimi, un ordine
    di colonne corintie divinamente misurate, un villano che, appoggiato
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Edizione Torrentiniana
    Nel convento de' Frati di Santo Agostino dipinse la tavola dello
    altar maggiore, che fu cosa molto lodata, e lavorò in fresco una Nostra
    Donna della Misericordia ad una loro Confraternita; e nel Palazzo de'
25   Conservatori una Resurressione di Cristo, tenuta delle opere che
    sono in detta città, e di tutte le sue, la migliore. Dipinse a Santa Maria
    de Loreto in compagnia di Domenico da Vinegia. E fu condotto in Arezzo
    da Luigi Bacci, cittadino aretino, e dipinse in S. Francesco la loro cap-
    pella dello altar maggiore, la volta della quale era cominciata da Lo-
30   renzo di Bicci. Nella quale sono le istorie della Croce, da che i figliuoli
    di Adamo, sotterrandolo, gli pongono sotto la lingua il seme dello albero
    dal quale nasce il predetto legno, sino a la esaltazione di essa Croce
    fatta da Eraclio imperadore, che portandola su la spalla, a piedi e
    scalzo entra con essa in Ierusalem; dove sono molte belle considerazioni
35   e molte attitudini degne certo di esser lodate, come, verbigrazia, gli abiti
    delle donne della regina Saba condotti con una maniera dolce e molto
    nuova, molti ritratti di naturale antichissimi e vivissimi, uno ordine di
    colonne corintie divinamente misurate, un villano che, appoggiato con
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