Volume 3

Edizione Giuntina
    tacerò per lasciare a ognuno sopra cotale invenzione credere e pensare
    a suo modo.
    Disiderando dopo ciò Iacopo di rivedere la patria, se ne tornò a
    Siena, dove arivato che fu, se gli porse secondo il desiderio suo oc-
5   casione di lasciare in quella di sé qualche onorata memoria. Perciò
    che la Signoria di Siena, risoluta di fare un ornamento ric[c]hissimo
    di marmi all'acqua che in sulla piazza avevano condotta Agnolo et
    Agostino sanesi l'anno 1343, allogarono quell'opera a Iacopo per
    prezzo di duemiladugento scudi d'oro; onde egli, fatto un modello
10   e fatti venire i marmi, vi mise mano e la finì di fare con molta sodisfa-
    zione de' suoi cittadini, che non più Iacopo dalla Quercia ma Iacopo
    dalla Fonte fu poi sempre chiamato. Intagliò dunque nel mezzo di
    questa opera la gloriosa Vergine Maria- avvocata particolare di
    quella città - un poco maggiore dell'altre figure, e con maniera
15   graziosa e singolare. Intorno poi fece le sette Virtù teologiche, le
    teste delle quali, che sono delicate e piacevoli, fece con bell'aria e con
    certi modi che mostrano che egli cominciò a trovare il buono [ne] le
    difficultà dell'arte, et a dare grazia al marmo levando via quella
    vecchiaia che avevano insino allora usato gli scultori, facendo le loro
20   figure intere e senza una grazia al mondo: là dove Iacopo le fece
    morbide e carnose, e finì il marmo con pacienza e delicatezza. Fecevi,
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Edizione Torrentiniana
    de la risposta che a Luciano già fece Omero del principio del suo poe-
    ma, cioè che gli venne allora a proposito di fare così. Ècci opinione di
    molti che questa opera fusse di mano di Nanni d'Antonio di Banco
25   fiorentino; la qual cosa non può essere: prima, perché Nanni non lavorò
    le cose sue in tanta perfezzione; l'altra, la maniera è da la sua differente,
    et alle cose di Iacopo molto più somiglia. Trovasi nella allogazione delle
    porte di San Giovanni Iacopo essere stato di quelle in concorrenza fra i
    maestri ch'a tal lavoro furono eletti in far saggio d'una storia: et era
30   egli stato in Fiorenza quattro anni innanzi che tale opera s'allogasse;
    dove non si vedendo altra opra di suo se non questa, è sforzato ognuno
    a credere che ella sia più condotta da Iacopo che da Nanni.
    Tornatosene poi a Siena, e in quella dimorando, dalla Signoria di det-
    ta città gli fu fatta allogazione della superba fonte di marmo fatta
35   su la piazza publica dirimpetto al palazzo loro, la quale opra fu di prez-
    zo di ducati duo milia e dugento; et in quella usò artificio e bontà, che gli
    diede tanto nome che sempre fu nominato, e vivo e morto, Iacopo de la Fon-
    te sanese. Intagliò in detta opera le Virtù teologiche con dolce e delicata
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