Volume 3

Edizione Giuntina
    fregiature di marmi bianchi e neri che sono intorno agl'occhi; et in
    sulle cantonate fece i pilastri di marmo sopra i quali furono messi
    poi da Baccio d'Agnolo l'architrave, fregio e cornice, come di sotto
    si dirà. Vero è che costui, per quanto si vede in alcuni disegni di
5   sua mano che sono nel nostro libro, voleva fare altro ordine di fregio,
    cornice e ballatoio, con alcuni frontespicii a ogni faccia dell'otto della
    cupola: ma non ebbe tempo di metter ciò in opera, perché traportato
    dal lavoro, d'oggi in domani si morì. Ma innanzi che ciò fusse, andato
    a Napoli, fece a Poggio Reale per lo re Alfonso l'architettura di quel
10   magnifico palazzo, con le belle fonti e ' condotti che sono nel cortile;
    e nella città similmente, e per le case de' gentiluomini e per le piazze
    fece disegni di molte fontane con belle e capricciose invenzioni. Et il
    detto palazzo di Poggio Reale fece tutto dipignere da Piero del Don-
    zello e Polito suo fratello. Di scultura parimente fece al detto re Al-
15   fonso, allora duca di Calavria, nella sala grande del castello di Napoli
    sopra una porta, di dentro e di fuori, storie di basso rilievo, e la porta
    del castello di marmo d'ordine corintio con infinito numero di figure;
    e diede a quell'opera forma d'arco trionfale, dove le storie et alcune
    vittorie di quel re sono sculpite di marmo. Fece similmente Giuliano
20   l'ornamento della porta Capovana, et in quella molti trofei
    variati e belli; onde meritò che quel re gli portasse grand'amore, e
    rimunerandolo altamente delle fatiche adagiasse i suoi discendenti.
    E perché aveva Giuliano insegnato a Benedetto suo nipote l'ar-
    te delle tarsie, l'architettura et a lavorar qualche cosa di marmo,
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Edizione Torrentiniana
25   de' suoi finalmente a quelle si diede. E venuto col tempo in quelle eccellen-
    te, fu chiamato a Napoli; dove fece al re Alfonso, allora duca di Ca-
    lavria, molte architetture e sculture, cioè nella sala grande del castello
    di Napoli sopra una porta, di dentro e di fuori, storie di basso rilievo, e
    la porta del castello di marmo a ordine corintio con infinito numero di
30   figure; diede a quella opera qualità d'arco trionfale, dove le isto-
    rie et alcune vittorie di quel re di marmo sculpì. A Poggio Reale ordinò
    l'architettura di quel palazzo, tenuta sempre cosa bellissima; et a di-
    pignerlo vi condusse Piero del Donzello fiorentino e Polito suo fratello,
    che in quel tempo era tenuto buon maestro, il quale dipinse tutto il pa-
35   lazzo di dentro e di fuori con storie di detto re. Fece Giuliano ancora di
    marmo l'ornamento della porta Capovana, et in quella infinità di trofei
    variati; per il che meritò che quel re gli portasse grande amore, e remu-
    nerandolo altamente delle fatiche adagiasse i suoi descendenti. Furono
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