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tenendola fornita di que' lavori che sogliono improvisamente |
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il più delle volte venire a bisogno a chi fabrica qualche cosa. Standosi |
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dunque in Firenze gli nacque Giuliano, il quale, perché parve col |
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tempo al padre di buono ingegno, disegnò di farlo notaio, parendogli |
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che lo scarpellare come aveva fatto egli fusse troppo faticoso essercizio |
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e di non molto utile: ma non gli venne ciò fatto perché, se bene andò |
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un pezzo Giuliano alla scola di grammatica, non vi ebbe mai il capo, |
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e per conseguenza non vi fece frutto nessuno; anzi fuggendosene |
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più volte, mostrò d'aver tutto l'animo vòlto alla scultura, se bene |
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da principio si mise all'arte del legnaiuolo e diede opera al disegno. |
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Dicesi che con Giusto e Minore, maestri di tarsie, lavorò i ban- |
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chi della sagrestia della Nunziata e similmente quelli del coro che |
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è allato alla cappella, e molte cose nella Badia di Fiesole et in |
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S. Marco; e che per ciò acquistatosi nome, fu chiamato a Pisa, dove |
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lavorò in Duomo la sedia che è a canto all'altar maggiore dove stan- |
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no a sedere il sacerdote e diacono e sodiacono quando si canta la |
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Messa; nella spalliera della quale fece di tarsia, con legni tinti et om- |
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brati, i tre Profeti che vi si veggiono. Nel che fare, servendosi di Gui- |
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do del Servellino e di maestro Domenico di Mariotto, legnaiuoli pi- |
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sani, insegnò loro di maniera l'arte che poi feciono così d'intaglio |
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come di tarsie la maggior parte di quel coro, il quale a' nostri dì è |
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stato finito, ma con assai miglior maniera, da Batista del Cervelliera |
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pisano, uomo veramente ingegnoso e soffistico. Ma tornando a Giu- |
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liano, egli fece gl'armarii della sagrestia di Santa Maria del Fiore, |
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che per cosa di tarsia e di rimessi furono tenuti in quel tempo mira- |
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bili. E così seguitando Giuliano d'attender alla tarsia et alla scultura |
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et architettura, morì Filippo di ser Brunellesco; onde messo dagl'O- |
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perai in luogo suo, incrostò di marmo, sotto la volta della cupola, le |