Volume 3

Edizione Giuntina
    faceva bisogno che io dimostrasse ancora a qual termine lo ri-
    ducesse l'ingegno e giudizio di Michelozzo, se bene anch'egli non
    l'accommodò in modo che si potesse agiatamente abitarvi, né altri-
    menti che con disagio e scommodo grandissimo.
5   Essendovi finalmente venuto ad abitar l'anno 1538 il signor
    duca Cosimo, cominciò Sua Ecc[ellenza] a ridurlo a miglior forma;
    ma perché non fu mai inteso né saputo essequire il concetto del
    Duca da quegli architetti che in quell'opera molti anni lo serviro-
    no, egli si diliverò di vedere se si poteva, senza guastare il vecchio
10   nel quale era pur qualcosa di buono, racconciare, facendo, secondo
    che egli aveva nello animo, le scale e le stanze scommode e disa-
    giose con miglior ordine, commodità e proporzione. Fatto dun-
    que venire da Roma Giorgio Vasari pittore et architetto aretino,
    il quale serviva papa Giulio Terzo, gli diede commessione che
15   non solo accommodasse le stanze che aveva fatto cominciare nel-
    l'apartato di sopra dirimpetto alla Piazza del Grano, comeché ri-
    spetto alla pianta di sotto fussero bieche, ma che ancora
    andasse pensando se quel palazzo si potesse, senza guastare quel che
    era fatto, ridurre di dentro in modo che per tutto si caminasse da una
20   parte all'altra, e dall'un luogo all'altro, per via di scale segrete e pu-
    bliche, e più piane che si potesse. Giorgio adunque, mentre che le
    dette stanze cominciate si adornavano di palchi messi d'oro e di
    storie di pitture a olio, e le facciate di pitture a fresco, et in alcune
    altre si lavorava di stucchi, levò la pianta di tutto quel palazzo, e nuo-
25   vo e vecchio, che lo gira intorno; e dopo, dato ordine con non pic-
    cola fatica e studio a quanto voleva fare, cominciò a ridurlo a poco a
    poco in buona forma et a riunire, senza guastare quasi punto di
    quello che era fatto, le stanze disunite, che prima erano quale alta e
    quale bassa ne' piani. Ma perché il signor Duca vedesse il disegno
30   del tutto, in spazio di sei mesi ebbe condotto un modello di legname
    ben misurato di tutta quella machina, che più tosto ha forma e gran-
    dezza di castello che di palazzo. Il quale modello essendo piacciuto al
    Duca, si è secondo quello unito e fatto molte commode stanze e scale
    agiate publiche e segrete che rispondono in su tutti i piani, e per
35   cotal modo rendute libere le sale che erano come una publica strada,
    non si potendo prima salire di sopra senza passar per mez[z]o di
    quelle; et il tutto si è di varie e diverse pitture magnificamente ador-
    nato. Et in ultimo si è alzato il tetto della sala grande più di quello
    che egli era dodici braccia, di maniera che se Arnolfo, Michelozzo e
40   gli altri che dalla prima pianta in poi vi lavorarono, ritornasseno in
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