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E di sopra fece un altro ordine di stanze commode per la famiglia |
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del palazzo, in una delle quali, dove è oggi la Depositeria, è ritratto |
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ginocchioni dinanzi a una Nostra Donna Carlo, figliuolo del re Ru- |
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berto, duca di Calavria, di mano di Giotto. Vi fece similmente le |
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camere de' donzelli, tavolaccini, trombetti, musici, pifferi, maz- |
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zieri, comandatori et araldi, e tutte l'altre stanze che a un così fatto |
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palazzo si richieggono. Ordinò anco in cima del ballatoio una cornice |
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di pietre che girava intorno al cortile, et appresso a quella una con- |
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serva d'acqua che si ragunava quando pioveva, per far gittar fonti |
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posticce a certi tempi. Fece far ancora Michelozzo l'acconcime della |
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cappella dove s'ode la Messa, et appresso a quella molte stanze e palchi |
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ricchissimi, dipinti a gigli d'oro in campo az[z]urro; et alle stanze di |
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sopra e di sotto di quel palazzo fece fare altri palchi, e ricoprire tutti i |
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vecchi che vi erano stati fatti inanzi all'antica: et insomma gli diede |
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tutta quella perfezzione che a tanta fabrica si conveniva. E l'acque de' |
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pozzi fece che si conducevano insino sopra l'ultimo piano, e che con |
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una ruota si attignevano più agevolmente che non si fa per l'ordinario. |
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A una cosa sola non potette l'ingegno di Michelozzo rimediare, cioè |
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alla scala publica, perché da principio fu male intesa, posta in mal |
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luogo e fatta malagevole, erta e senza lumi, con gli scaglioni di legno |
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dal primo piano in su. S'affaticò nondimeno di maniera che all'entrata |
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del cortile fece una salita di scaglioni tondi et una porta con pilastri |
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di pietra forte e con bellissimi capitelli intagliati di sua mano, et una |
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cornice architravata doppia con buon disegno, nel fregio della quale |
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accommodò tutte l'arme del Comune; e che è più, fece tutte le scale |
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di pietra forte insino al piano dove stava la Signoria, e le fortificò |
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in cima et a mezzo con due saracinesche per i casi de' tumulti; et a |
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sommo della scala fece una porta che si chiamava la Catena, dove |
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stava del continuo un tavolaccino che apriva e chiudeva, secondo che |
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gli era commesso da chi governava. Riarmò la torre del campanile, |
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che era crepata per il peso di quella parte che posa in falso, cioè sopra |
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i beccatelli di verso la piazza, con cigne grandissime di ferro. E |
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finalmente bonificò e restaurò di maniera questo palazzo che ne fu |
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da tutta la città comendato, e fatto, oltre agl'altri premii, di Collegio, |
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il quale magistrato è in Firenze onorevole molto. E se a qualcuno |
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paresse che io mi fussi in questo forse più disteso che bisogno non |
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era, ne merito scusa, perché dopo aver mostrato nella Vita d'Arnolfo |
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la sua prima edificazione, che fu l'anno 1298, fatta fuor di squadra |
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e d'ogni ragionevole misura, con colonne dispari nel cortile, archi |
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grandi e piccoli, scale mal commode e stanze bieche e sproporzionate, |