Volume 3

Edizione Giuntina
    e grandezza nella simplicità loro; e tanto più merita lode Miche-
    lozzo, quanto questo fu il primo che in quella città fusse stato fatto
    con ordine moderno e che avesse in sé uno spartimento di stanze utili
    e bellissime. Le cantine sono cavate mezze sotto terra, cioè 4 braccia,
5   e tre sopra per amore de' lumi, et accompagnate da cànove e dispense.
    Nel primo piano terreno sono due cortili con logge magnifiche, nelle
    quali rispondono salotti, camere, anticamere, scrittoi, destri, stufe,
    cucine, pozzi, scale segrete e publiche agiatissime. E sopra ciascun
    piano sono abitazioni e appartamenti per una famiglia, con tutte quel-
10   le commodità che possono bastare nonché a un cittadino privato
    com'era allora Cosimo, ma a qualsivoglia splendidissimo et onora-
    tissimo re, onde a' tempi nostri vi sono allog[g]iati commodamente re,
    imperatori, papi e quanti illustrissimi principi sono in Europa, con
    infinita lode così della magnificenza di Cosimo come della eccellente
15   virtù di Michelozzo nella architettura.
    Essendo l'anno 1433 Cosimo mandato in esilio, Michelozzo, che lo
    amava infinitamente e gli era fidelissimo, spontaneamente lo accompa-
    gnò a Vinezia e seco volle sempre, mentre vi stette, dimorare; là dove,
    oltre a molti disegni e modelli che vi fece di abitazioni private e publi-
20   che, ornamenti per gl'amici di Cosimo e per molti gentiluomini, fece
    per ordine e a spese di Cosimo la libreria del monasterio di San
    Giorgio Maggiore, luogo de' Monaci Neri di Santa Iustina, che fu fi-
    nita non solo di muraglia, di banchi, di legnami et altri ornamenti, ma
    ripiena di molti libri. E questo fu il trattenimento e lo spasso di Cosi-
25   mo in quell'esilio, dal quale essendo l'anno 1434 richiamato alla patria,
    tornò quasi trionfante, e Michelozzo con esso lui. Standosi dunque
    Michelozzo in Fiorenza, il palazzo publico della Signoria cominciò a
    minacciare rovina perché alcune colonne del cortile pativano, o fusse
    ciò perché il troppo peso di sopra le caricasse, o pure il fondamento
30   debole e bieco, e forse ancora perché erano di pezzi mal commessi e
    mal murati. Ma qualunque di ciò fusse la cagione, ne fu dato cura a
    Michelozzo, il quale volentieri accettò l'impresa, perché in Vinezia
    presso a S. Barnaba aveva proveduto a un pericolo simile in questo
    modo. Un gentiluomo, il quale aveva una casa che stava in pericolo
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Edizione Torrentiniana
35   a la perfezzione che ne' dì nostri si può vedere. Nello esilio di Cosimo
    lo accompagnò a Vinegia, e lasciò in quella città molti modelli di suo.
    Ritornatosi poi a Fiorenza, bisognò nel palazzo della Signoria rimette-
    re alcune colonne nel cortile, de le quali a infiniti volsero dar la cura;
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