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lasciò raccomandato a Piero suo figliuolo; il quale, come diligentissimo |
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esecutore della volontà di suo padre, gli donò un podere in Cafaggiuolo, |
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di tanta rendita che e' ne poteva vivere comodamente. Di che fece Donato |
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festa grandissima, parendoli essere con questo più che sicuro di non |
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avere a morir di fame. Ma non lo tenne però uno anno, che ritornato a |
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Piero glielo rinunziò per contratto publico, affermando che non voleva |
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perdere la sua quiete per pensare alla cura familiare et alla molestia del |
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contadino; il quale ogni terzo dì gli era intorno, quando perché il vento |
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gli aveva scoperto la colombaia, quando perché gli erano tolte le bestie |
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dal Comune per le gravezze, e quando per la tempesta che gli aveva |
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tolto il vino e le frutte: delle quali cose era tanto sazio et infastidito, che |
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e' voleva innanzi morire di fame che avere a pensare a tante cose. Rise |
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Piero de la semplicità di Donato, e per liberarlo di questo affan- |
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no, accettato il podere, ché così volle al tutto Donato, gli assegnò in sul |
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banco suo una provisione della medesima rendita o più, ma in danari |
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contanti, che ogni settimana gli erano pagati per la rata che gli toccava: |
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del che egli sommamente si contentò; e servitore et amico della casa de' |
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Medici visse lieto e senza pensieri tutto il restante della sua vita, ancora |
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che, condottosi ad LXXXIII anni, si trovasse tanto parletico che e' non |
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potesse più lavorare in maniera alcuna, e si conducesse a starsi nel letto |