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Donato a Roma, vi si trovò appunto quando vi era Gismondo |
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imperatore per ricevere la corona da papa Eugenio Quarto; per che |
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fu forzato, in compagnia di Simone, adoperarsi in fare l'onoratissimo |
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apparato di quella festa, nel che si acquistò fama et onore grandissi- |
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mo. Nella guardaroba ancora del signor Guidobaldo duca d'Urbino |
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è di mano del medesimo una testa di marmo bellissima, e si stima |
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che fusse data agli antecessori di detto Duca dal magnifico Giuliano |
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de' Medici quando si tratteneva in quella corte piena di virtuosissimi |
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signori. Insomma Donato fu tale e tanto mirabile in ogni azzione, che |
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e' si può dire che in pratica, in giudizio et in sapere sia stato de' primi |
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a illustrare l'arte della scultura e del buon disegno ne' moderni; e tan- |
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to più merita commendazione quanto nel tempo suo le antichità non |
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erano scoperte sopra la terra, dalle colonne, i pili e gli archi |
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trionfali in fuora. Et egli fu potissima cagione che a Cosimo de' |
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Medici si destasse la volontà dell'introdurre a Fiorenza le antichità |
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che sono et erano in casa Medici, le quali tutte di sua mano acconciò. |
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Era liberalissimo, amorevole e cortese, e per gl'amici migliore |
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che per se medesimo; né mai stimò danari, tenendo quegli in una |
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sporta con una fune al palco appiccati, onde ogni suo lavorante |
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et amico pigliava il suo bisogno senza dirgli nulla. Passò la vecchiez- |
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za allegrissimamente, e venuto in decrepità, ebbe ad essere soccorso |
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da Cosimo e da altri amici suoi, non potendo più lavorare. Dicesi |
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che venendo Cosimo a morte lo lasciò raccomandato a Piero suo fi- |
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gliuolo; il quale, come diligentissimo esecutore della volontà di suo |