Volume 3

Edizione Giuntina
    Di bronzo ha il detto signor Duca, di mano di Donato, un bellissi-
    mo, anzi miracoloso Crucifisso nel suo studio, dove sono infini-
    te anticaglie rare e medaglie bellissime. Nella medesima guardaroba è
    in un quadro di bronzo di basso rilievo la Passione di Nostro Signore
5   con gran numero di figure; et in un altro quadro pur di metallo un'al-
    tra Crucifissione. Similmente in casa degli eredi di Iacopo Caponi, che
    fu ottimo cittadino e vero gentiluomo, è un quadro di Nostra Donna
    di mezzo rilievo nel marmo, che è tenuto cosa rarissima. Messer An-
    tonio de' Nobili ancora, il quale fu depositario di Sua Ecc[ellenza],
10   aveva in casa un quadro di marmo di mano di Donato, nel quale
    è di basso rilievo una mezza Nostra Donna tanto bella che detto
    messer Antonio la stimava quanto tutto l'aver suo; né meno fa Giu-
    lio suo figliuolo, giovane di singolar bontà e giudizio et amator de'
    virtuosi e di tutti gl'uomini eccellenti. In casa ancora di Giovam-
15   batista d'Agnol Doni, gentiluomo fiorentino, è un Mercurio di me-
    tallo di mano di Donato alto un braccio e mezzo, tutto tondo e ve-
    stito in un certo modo biz[z]arro, il quale è veramente bellissimo e
    non men raro che l'altre cose che adornano la sua bellissima casa. Ha
    Bartolomeo Gondi, del quale si è ragionato nella Vita di Giotto, una
20   Nostra Donna di mezzo rilievo, fatta da Donato con tanto amore e di-
    ligenza che non è possibile veder meglio né imaginarsi come Donato
    scherzasse nell'acconciatura del capo e nella leggiadria dell'abito
    ch'ell'ha indosso. Parimente messer Lelio Torelli, primo auditore e
    segretario del signor Duca, e non meno amator di tutte le scienze,
25   virtù e professioni onorate che eccellentissimo iurisconsulto, ha un
    quadro di Nostra Donna di marmo di mano dello stesso Donatello.
    Del quale chi volesse pienamente raccontare la vita [e] l'opere che fe-
    ce, sarebbe troppo più lunga storia che non è di nostra intenzione nello
    scrivere le Vite de' nostri artefici; perciò che, nonché nelle cose grandi,
30   delle quali si è detto abastanza, ma ancora a menomissime cose del-
    l'arte pose la mano, facendo arme di casate ne' camini e nelle facciate
    delle case de' cittadini, come si può vederne una bellissima nella casa
    [...] che è dirimpetto al fornaio della Vacca. Fece anco per la
    famiglia de' Martelli una cassa a uso di zana fatta di vimini, per-
35   ché servisse per sepoltura; ma è sotto la chiesa di San Lorenzo, per-
    ché di sopra non appariscono sepolture di nessuna sorte, se non l'epi-
    taffio di quella di Cosimo de' Medici, che nondimeno ha la sua apri-
    tura di sotto come l'altre. Dicesi che Simone, fratello di Donato,
    avendo lavorato il modello della sepoltura di papa Martino Quinto,
40   mandò per Donato, che la vedesse inanzi che la gettasse. Onde andando
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