Volume 3

Edizione Giuntina
    senza più farne parola tornato a casa, senza che alcuno lo sapesse
    mise mano a fare un Crucifisso, e cercando d'avanzare, per non con-
    dannar il proprio giudizio, Donato, lo condusse dopo molti mesi a
    somma perfezzione. E ciò fatto, invitò una mattina Donato a desinar
5   seco, e Donato accettò l'invito. E così andando a casa di Filippo di
    compagnia, arivati in Mercato Vecchio, Filippo comperò alcune cose,
    e datole a Donato, disse: «Avìati con queste cose a casa e li aspettami,
    che io ne vengo or ora». Entrato dunque Donato in casa, giunto che
    fu in terreno, vide il Crucifisso di Filippo a un buon lume, e ferma-
10   tosi a considerarlo, lo trovò così perfettamente finito, che vinto e tutto
    pieno di stupore, come fuor di sé, aperse le mani che tenevano il
    grembiule; onde cascatogli l'uova, il formaggio e l'altre robe
    tutte, si versò e fracassò ogni cosa; ma non restando però di far le
    maraviglie e star come insensato, sopragiunto Filippo, ridendo disse:
15   «Che disegno è il tuo, Donato? Che desinaremo noi, avendo tu ver-
    sato ogni cosa?». «Io per me - rispose Donato - ho per istamani
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Edizione Torrentiniana
    però piglia del legno e prova a fare ancor tu». Tacque Filippo
    senza più far motto a Donato; et a casa tornatosi, ordinò di
    fare un Cristo di legno alla misura di quello che aveva fatto Dona-
20   to, e senza farlo sapere altrui molti mesi dietro a esso consumò, cer-
    cando avanzar Donato, acciò il giudicio che dato gli aveva perfetto
    et intero si rimanesse. Finito che l'ebbe andò Filippo per Donato e, mo-
    strando che fosse a caso, seco lo invitò a desinare come spesso erano
    usati di fare insieme. E nel passare per Mercato Vecchio Filippo com-
25   però formaggio uova e frutte, e con queste cose inviò Donato a casa,
    dandogli la chiave dell'uscio; et in questo mez[z]o, fatto sembiante fer-
    marsi per il pane al fornaio, tanto indugiò che Donato a casa fu giunto.
    Il quale arrivato a casa et aperta la porta et in terreno entrato, vide il
    Crocifisso di Filippo, a un buon lume posto, di perfezzione e sì maravi-
30   gliosamente finito, che di stupore e di terror ripieno ne rimase vinto
    talmente che la tenerezza dell'arte e la bontà di quella opera gli aperse le
    mani con le quali strette teneva il grembiule pieno di quelli frutti et
    uova e formaggio, sì che il tutto si versò in terra e si fracassò. Sopra-
    giuntolo Filippo et immobile trovandolo, considerò che sì come lo stupor
35   dell'opera gli aveva aperto le mani, così dovesse il core e l'animo il me-
    desimo aver fatto. Onde ridendo gli disse: «Che fai tu, con mandare male
    e versar ciò che desinare dobbiamo?». Rispose Donato: «Io per me ho la
    mia parte avuto stamane; per che attendi tu a raccôr la tua, imperò che
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