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Fu allevato Donatello da fanciullezza in casa di Ruberto Martelli, |
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e per le buone qualità e per lo studio della virtù sua non solo me- |
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ritò d'essere amato da lui, ma ancora da tutta quella nobile fami- |
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glia. Lavorò nella gioventù sua molte cose, delle quali, perché furono |
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molte, non si tenne gran conto. Ma quello che gli diede nome e lo |
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fece per quello che egli era conoscere, fu una Nunziata di pietra di |
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macigno, che in Santa Croce di Fiorenza fu posta all'altare e cappella |
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de' Cavalcanti, alla quale fece un ornato di componimento alla grot- |
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tesca, con basamento vario et attorto e finimento a quartotondo, |
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aggiugnendovi sei putti che reggono alcuni festoni, i quali pare che |
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per paura dell'altezza, tenendosi abbracciati l'un l'altro, si assicurino. |
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Ma sopra tutto grande ingegno et arte mostrò nella figura della Ver- |
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gine, la quale impaurita dall'improviso apparire dell'Angelo, muove |
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timidamente con dolcezza la persona a una onestissima reverenza, |
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con bellissima grazia rivolgendosi a chi la saluta, di maniera che se |
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le scorge nel viso quella umilità e gratitudine che del non aspettato |
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dono si deve a chi lo fa, e tanto più quanto il dono è maggiore. |
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Dimostrò oltra questo Donato, ne' panni di essa Madonna e dell'An- |
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gelo, lo essere bene rigirati e maestrevolmente piegati; e col cercare |