Volume 3

Edizione Giuntina
    curri di ferro overo di rame, et i canali erano unti talmente, che
    quando si tirava con un arganetto un sottile canapo che era da ogni
    banda, s'apriva o riserrava secondo che altri voleva, ristrignendosi
    le due parti delle porte insieme o allargandosi per piano mediante i
5   canali. E queste così fatte porte facevano duoi effetti: l'uno, che quan-
    do erano tirate, per esser gravi facevano rumore a guisa di tuono;
    l'altro, perché servivano, stando chiuse, come palco per aconciare
    gl'Angeli et accomodar l'altre cose che dentro facevano di bisogno.
    Questi dunque così fatti ingegni e molti altri furono trovati da Fi-
10   lippo, se bene alcuni altri affermano che egli erano stati trovati molto
    prima. Comunche sia, è stato ben ragionarne, poiché in tutto se n'è
    dismesso l'uso.
    Ma tornando a esso Filippo, era talmente cresciuta la fama et il
    nome suo, che di lontano era mandato per lui da chi aveva bisogno di
15   far fabriche per avere disegni e modelli di mano di tanto uomo; e si
    adoperavano per ciò amicizie e mezzi grandissimi. Onde infra gl'altri
    disiderando il marchese di Mantoa d'averlo, ne scrisse alla Signoria
    di Firenze con grande instanza, e così da quella gli fu mandato là, do-
    ve diede disegni di fare argini in sul Po l'anno 1445 et alcune altre
20   cose secondo la volontà di quel principe, che lo accarezzò infinita-
    mente, usando dire che Fiorenza era tanto degna d'avere Filippo per
    suo cittadino quanto egli d'aver sì nobile e bella città per patria.
    Similmente in Pisa il conte Francesco Sforza e Niccolò da Pisa, re-
    stando vinti da lui in certe fortificazioni, in sua presenza lo comenda-
25   rono, dicendo che se ogni Stato avesse un uomo simile a Filippo, che
    si potrebbe tener sicuro senza arme. In Fiorenza diede similmente
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Edizione Torrentiniana
    Era talmente la fama di Filippo cresciuta, che era mandato di lontano
    da chi aveva a far fabbriche per avere disegni e modelli di sua mano; e
    si adoperavano per ciò amicizie e mez[z]i grandissimi. Et infra gli altri
30   desiderandolo il marchese di Mantova, ne scrisse a la Signoria di Firen-
    ze con grande instanzia, e così da quella gli fu mandato, dove diede
    disegni d'argini in sul fiume del Po l'anno MCCCCXLVI; e da quel
    principe fu accarezzato e riconosciuto, lodando molto la virtù sua e
    dicendo che Fiorenza era tanto degna d'aver Filippo per cittadino et
35   ingegnoso quanto egli d'avere sì bella e nobil città per patria. Un'altra
    volta a Pisa il conte Francesco Sforza e Niccolò da Pisa, restando vinti
    da lui nelle fortificazioni della guerra, in sua presenzia lo commendoro-
    no, dicendo che se ogni Stato avesse un uomo simile a lui, che si poteva
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