Volume 3

Edizione Giuntina
    condotti, i vivai, le frasconaie e le spalliere, et altre infinite cose vera-
    mente da magnanimo principe; le quali tacerò, perché non è possibile
    che chi non le vede le possa immaginar mai di quella grandezza e
    bellezza che sono. E di vero al duca Cosimo non poteva venire alle
5   mani alcuna cosa più degna della potenza e grandezza dell'animo suo
    di questo palazzo, il quale pare che veramente fusse edificato da
    messer Luca Pitti per Sua Ecc[ellenza] illustrissima col disegno del
    Brunellesco. Lo lasciò messer Luca imperfetto per i travagli che egli
    ebbe per conto dello stato; e gli eredi, perché non avevano modo a
10   finirlo, acciò non andasse in rovina, furono contenti di compiacerne
    la signora duchessa; la quale mentre visse vi andò sempre spenden-
    do, ma non però in modo che potesse sperare di così tosto finirlo. Ben
    è vero che, se ella viveva, era d'animo, secondo che già intesi, di
    spendervi in uno anno solo quarantamila ducati per vederlo, se non
15   finito, a bonissimo termine. E perché il modello di Filippo non si è tro-
    vato, n'ha fatto fare Sua Ecc[ellenza] un altro a Bartolomeo Amman-
    nati, scultore et architetto ecc[ellente], e secondo quello si va lavoran-
    do; e già è fatto una gran parte del cortile d'opera rustica, simile al
    difuori. E nel vero, chi considera la grandezza di quest'opera, stupi-
20   sce com'e' potesse capire nell'ingegno di Filippo così grande edifizio,
    magnifico veramente non solo nella facciata di fuori, ma ancora nello
    spartimento di tutte le stanze. Lascio stare la veduta ch'è bellissima,
    et il quasi teatro che fanno l'amenissime colline che sono intorno al
    palazzo verso le mura, perché, com'ho detto, sarebbe troppo lungo
25   voler dirne a pieno, né potrebbe mai niuno che nol vedesse imagi-
    narsi quanto sia a qualsivoglia altro regio edifizio superiore.
    Dicesi ancora che gl'ingegni del paradiso di S. Filice in Piazza
    nella detta città furono trovati da Filippo per fare la rappresenta-
    zione, overo festa della Nunziata, in quel modo che anticamente a
30   Firenze in quel luogo si costumava di fare. La qual cosa invero era
    maravigliosa e dimostrava l'ingegno e l'industria di chi ne fu in-
    ventore, perciò che si vedeva in alto un cielo pieno di figure vive
    moversi, et una infinità di lumi quasi in un baleno scoprirsi e ricoprirsi.
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Edizione Torrentiniana
    architettura per magnificenza. Dicesi che gli ingegni del paradiso di
35   Santo Felice in Piazza in detta città furono trovati da lui per fare una
    rappresentazione: cosa industriosa a vedere muovere un cielo pieno di
    figure vive, e i contrappesi di ferri.girare e muovere, e con lumi coperti
    e da scoprirsi s'accendono; cose che diedero a Filippo grandissima lode.
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