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far fare il suo palazzo, e così ne disse l'animo suo a Filippo, che, posto |
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ogni altra cura da canto, gli fece un bellissimo e gran modello per |
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detto palazzo, il quale situar voleva dirimpetto a S. Lorenzo, su la |
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piazza, intorno intorno isolato; dove l'artificio di Filippo s'era tal- |
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mente operato, che parendo a Cosimo troppo suntuosa e gran fab- |
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brica, più per fuggire l'invidia che la spesa lasciò di metterla in opera. |
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E mentre che il modello lavorava, soleva dire Filippo che ringraziava |
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la sorte di tale occasione, avendo a fare una casa di che aveva avuto |
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desiderio molti anni, et essersi abbattuto a uno che la voleva e poteva |
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fare; ma intendendo poi la resoluzione di Cosmo che non voleva tal |
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cosa mettere in opera, con isdegno in mille pezzi ruppe il disegno. |
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Ma bene si pentì Cosimo di non avere seguito il disegno di Filippo |
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poi che egli ebbe fatto quell'altro. Il qual Cosimo soleva dire che non |
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aveva mai favellato ad uomo di maggior intelligenza et animo di |
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Filippo. |
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Fece ancora il modello del biz[z]ar[r]issimo tempio degl'Angeli per |
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la nobile famiglia degli Scolari; il quale rimase imperfetto e nella |
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maniera che oggi si vede, per avere i Fiorentini spesi i danari, che |
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per ciò erano in sul Monte, in alcuni bisogni della città, o come alcuni |
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dicono, nella guerra che già ebbero co' Lucchesi; nel quale spesero |
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ancora i danari che similmente erano stati lasciati per far la Sapienza |
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da Niccolò da Uzzano, come in altro luogo si è aùllungo raccontato. E |