Volume 3

Edizione Giuntina
    pur si parla universalmente in genere, e non si debbe da la perfez-
    zione e bontà d'una cosa sola argomentare l'eccellenza del tutto.
    Il che della pittura ancora dico e de la scultura, nelle quali si
    vede ancora oggi cose rarissime de' maestri di questa secon-
5   da età, come quelle di Masaccio nel Carmine, che fece uno ignudo
    che triema del freddo, et in altre pitture vivezze e spiriti; ma in genere
    e' non aggiunsono a la perfezzione de' terzi, de' quali parleremo al
    suo tempo, bisognandoci qui ragionare de' secondi; i quali, per dire
    prima degli scultori, molto si allontanarono dalla maniera de' primi,
10   e tanto la migliorarono che lasciorno poco ai terzi; et ebbono una lor
    maniera tanto più graziosa, più naturale, più ordinata, di più disegno e
    proporzione, che le loro statue cominciarono a parere pressoché perso-
    ne vive, e non più statue come le prime: come ne fanno fede quelle o-
    pere che in quella rinovazione della maniera si lavorarono, come si ve-
15   drà in questa Seconda Parte, dove le figure di Iacopo della Quercia sa-
    nese hanno più moto e più grazia e più disegno e diligenza, quelle di
    Filippo più bel ricercare di muscoli e miglior proporzione e più giudi-
    zio, e così quelle de' loro discepoli. Ma più vi aggiunse Lorenzo Ghi-
    berti nell'opera delle porte di S. Giovanni, dove mostrò invenzione,
20   ordine, maniera e disegno, che par che le sue figure si muovino et abbiano
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Edizione Torrentiniana
    delle muraglie -, pur si parla universalmente in genere, e non si debbe da la
    perfezzione e bontà d'una cosa sola argumentare la ec[c]ellenzia del tutto.
    Il che della pittura ancora dico e de la scultura, nelle quali si vede
    ancora oggi cose rarissime de' maestri di questa seconda età, come quelle
25   di Masaccio nel Carmino, che fece uno ignudo che triema del freddo, et in
    altre pitture vivezze e spiriti; ma in genere e' non aggiunsono a la
    perfezzione de' terzi, de' quali parleremo al suo tempo, bisognandoci qui
    ragionare de' secondi; i quali, per dire prima degli scultori, molto si allon-
    tanarono da la maniera de' primi, e tanto la migliorarono che lasciorono
30   poco ai terzi; et ebbono una lor maniera tanto più graziosa, più naturale,
    più ordinata, di più disegno e proporzione, che le loro statue cominciarono
    a parere pressoché persone vive, e non più statue come le prime: come
    ne fanno fede quelle opere che in quella rinovazione della maniera si lavo-
    rarono, come si vedrà in questa Seconda Parte, dove le figure di Iacopo
35   della Quercia sanese hanno più moto e più grazia e più disegno e diligenza,
    quelle di Filippo più bel ricercare di muscoli e miglior proporzione e più
    giudizio, e così quelle de' loro discepoli. Ma più vi aggiunse Lorenzo Ghi-
    berti nell'opera delle porte, dove mostrò invenzione, ordine, maniera e disegno,
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