Volume 3

Edizione Giuntina
    che fare erano forzati fare i ponti, acciò che i manovali e ' muratori
    potessino lavorare senza pericolo, attesoché l'altezza era tale che
    solamente guardando allo ingiù faceva paura e sbigotimento a ogni
    sicuro animo. Stavasi dunque dai muratori e dagli altri maestri ad
5   aspettare il modo della catena e de' ponti: né resolvendosi niente per
    Lorenzo né per Filippo, nacque una mormorazione fra i muratori e gli
    altri maestri, non vedendo sollecitare come prima; e perché essi, che
    povere persone erano, vivevano sopra le lor braccia, e dubitavano
    che né all'uno né all'altro bastasse l'animo di andare più su con
10   quella opera, il meglio che sapevano e potevano andavano trattenen-
    dosi per la fabrica, ristoppando e ripulendo tutto quel che era mu-
    rato fino allora. Una mattina infra le altre Filippo non capitò al la-
    voro, e fasciatosi il capo entrò nel letto, e continuamente gridando si
    fece scaldare taglieri e panni con una sollecitudine grande, fingendo
15   avere mal di fianco. Inteso questo, i maestri che stavano aspettando
    l'ordine di quel che avevano a lavorare dimandarono Lorenzo quel
    che avevano a seguire: rispose che l'ordine era di Filippo e che biso-
    gnava aspettare lui. Fu chi gli disse: «Oh non sai tu l'animo suo ?».
    «Sì,- disse Lorenzo - ma non farei niente senza esso». E questo
20   lo disse in escusazion sua, ché non avendo visto il modello di Filippo
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Edizione Torrentiniana
    cominciando a strignere la cupola da sommo, erano forzati fare i
    ponti, acciò che i manovali e ' muratori potessino lavorare senza pericolo,
    attesoché l'altezza era tale che guardando allo ingiù faceva paura e
    sbigottimento a ogni sicuro animo. Stavasi dai muratori e dagli altri
25   maestri ad aspettare il modo della catena e de' ponti: né resolvendosi
    niente per Lorenzo né per Filippo, nacque una mormorazione fra i mura-
    tori e gli altri maestri, non vedendo sollecitare come prima; et essi, che
    povere persone erano, vivevano sopra le lor braccia, e dubitando che né a
    l'uno né all'altro bastassi l'animo di andar più su con quella opera, il
30   meglio che sapevano e potevano andavano trattenendosi per la fabrica,
    ristoppando e ripulendo tutto quel che era murato fino allora. Una mat-
    tina infra le altre Filippo non capitò al lavoro, e fasciatosi il capo entrò
    nel letto, e continovamente gridando si fece scaldare taglieri e panni con
    una sollecitudine grande, fingendo avere mal di fianco. Inteso questo, i
35   maestri che stavano aspettando l'ordine di quel che avevono a lavorare
    dimandarono Lorenzo quel che avevono a seguire: rispose che l'ordine
    era di Filippo e che bisognava aspettare lui. Fu chi gli disse: «Oh non sai
    tu l'animo suo?». «Sì, - disse Lorenzo - ma non farei niente senza esso».
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