Volume 3

Edizione Giuntina
    lire trecento per fatica e spesa fatta nel suo modello: causato ciò dalla
    amicizia e favore che egli aveva più che da utilità o bisogno che ne
    avesse la fabbrica.
    Durò questo tormento in su gli occhi di Filippo per fino al 1426,
5   chiamando coloro Lorenzo parimente che Filippo inventori: lo qual
    disturbo era tanto potente nello animo di Filippo, che egli viveva con
    grandissima passione. Fatto adunque varie e nuove immaginazioni,
    deliberò al tutto de levarselo da torno, conoscendo quanto e' valesse
    poco in quel[l''] opera. Aveva Filippo fatto voltare già intorno la cupola
10   fra l'una volta e l'altra dodici braccia, e quivi avevano a mettersi su le
    catene di pietra e di legno; il che per essere cosa difficile, ne volle
    parlare con Lorenzo per tentare se egli avesse considerato questa dif-
    ficultà. E trovollo tanto digiuno circa lo avere pensato a tal cosa, che
    e' rispose che la rimetteva in lui come inventore. Piacque a Filippo la
15   risposta di Lorenzo, parendoli che questa fusse la via di farlo allonta-
    nare dall'opera e da scoprire ch'e' non era di quella intelligenza che
    lo tenevano gli amici suoi et il favore che lo aveva messo in quel
    luogo. Dopo, essendo già fermi tutti i muratori dell'opera, aspettava-
    no di dovere cominciare sopra le dodici braccia, e far le volte et inca-
20   tenarle, essendosi cominciato a strignere la cupola da sommo; per lo
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Edizione Torrentiniana
    per fatica e spesa fatta nel suo modello: causato ciò dalla amicizia e fa-
    vore che egli aveva più che da utilità o bisogno che ne avesse la fabbrica.
    Durò questo tormento in sugli occhi di Filippo per fino al MCCCCXXVI,
    chiamando coloro Lorenzo parimente che Filippo inventori: lo qual di-
25   sturbo era tanto potente nello animo di Filippo, che egli viveva con gran-
    dissima passione. Fatto adunque varie e nuove immaginazioni, deliberò
    al tutto di levarselo da torno, conoscendo quanto e' valesse poco in
    quel[l''] opera. Aveva Filippo fatto voltare già intorno la cupola fra
    l'una volta e l'altra dodici braccia, e quivi avevano a mettersi su le
30   catene di pietra e di legno; le quali per essere cosa difficile, ne volle
    parlare con Lorenzo per tentare se egli avesse considerato questa dif-
    ficultà. E trovollo tanto digiuno circa lo avere pensato a tal cosa, che
    e' rispose che la rimetteva in lui come inventore. Piacque a Filippo la
    risposta di Lorenzo, parendoli che questa fusse la via di farlo allon-
35   tanare dall'opera e da scoprire ch'e' non era di quella intelligenzia che
    lo tenevano gli amici suoi et il favore che lo aveva messo in quel luogo.
    Già erano fermi tutti i muratori de l'opera, aspettando di dovere co-
    minciare sopra le dodici braccia, e far le volte et incatenarle; e già
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