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medesimo salario che a Filippo. Fu seguitato l'opera con poca vo- |
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glia di lui, conoscendo avere a durare le fatiche ch'e' ci faceva, e |
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poi avere a dividere l'onore e la fama a mezzo con Lorenzo. Pure, |
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messosi in animo che troverrebbe modo ch'e' non durerebbe trop- |
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po in questa opera, andava seguitando insieme con Lorenzo nel me- |
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desimo modo che stava lo scritto dato agli Operai. Destossi in que- |
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sto mentre nello animo di Filippo un pensiero di volere fare un |
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modello che ancora non se ne era fatto nessuno; e così messo ma- |
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no, lo fece lavorare a un Bartolomeo legnaiuolo che stava dallo Stu- |
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dio; et in quello, come il proprio misurato appunto in quella gran- |
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dezza, fece tutte le cose difficili, come scale alluminate e scure e |
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tutte le sorti de' lumi, porte e catene e speroni, e vi fece un pezzo |
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d'ordine del ballatoio. Il che avendo inteso, Lorenzo cercò di veder- |
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lo; ma perché Filippo gliene negò, venutone in còllora, diede ordi- |
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ne di fare un modello egli ancora, acciò che e' paresse che il sala- |
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rio che tirava non fusse vano e ch'e' ci fusse per qualcosa. De' quali |
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modelli, quel di Filippo fu pagato lire cinquanta e soldi quindici, |
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come si trova in uno stanziamento al libro di Migliore di Tommaso |
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a dì tre d'ottobre nel 1419, et a uscita di Lorenzo Ghiberti |