|
|
Donato tanto quanto fanno l'architettura più necessaria all'utilità |
|
|
degl'uomini che la scultura e la pittura. E venduto un poderetto che |
|
|
egli aveva a Settignano, di Fiorenza partiti, a Roma si condussero: |
|
|
nella quale, vedendo la grandezza degli edifizii e la perfezzione de' |
5 |
|
corpi de' tempii, stava astratto che pareva fuor di sé. E così dato |
|
|
ordine a misurare le cornici e levar le piante di quegli edifizii, egli |
|
|
e Donato continuamente seguitando, non perdonarono né a tempo |
|
|
né a spesa, né lasciarono luogo che eglino et in Roma e fuori in |
|
|
campagna non vedessino e non misurassino tutto quello che po- |
10 |
|
tevano avere che fusse buono. E perché era Filippo sciolto da le |
|
|
cure familiari, datosi in preda agli studii non si curava di suo man- |
|
|
giare o dormire: solo l'intento suo era l'architettura, che già era |
|
|
spenta, dico gli ordini antichi buoni, e non la todesca e barbara, la |
|
|
quale molto si usava nel suo tempo. Et aveva in sé duoi con- |
15 |
|
cetti grandissimi: l'uno era il tornare a luce la buona architettura, |
|
|
credendo egli, ritrovandola, non lasciare manco memoria di sé che |
|
|
fatto si aveva Cimabue e Giotto; l'altro di trovar modo se e' si po- |
|
|
tesse a voltare la cupola di Santa Maria del Fiore di Fiorenza; le |
|
|
difficultà della quale avevano fatto sì che, dopo la morte di Arnolfo |
20 |
|
Lapi, non ci era stato mai nessuno a cui fusse bastato l'animo, senza |