Volume 3

Edizione Giuntina
    gl'altri che avevano fatto le altre storie. E così a' Consoli con buone
    ragioni persuasero che a Lorenzo l'opera allogassero, mostrando che
    il publico et il privato ne sarebbe servito meglio; e fu veramente
    questo una bontà vera d'amici et una virtù senza invidia et uno giu-
5   dizio sano nel conoscere se stessi, onde più lode meritorono che se
    l'opera avessino condotta a perfezzione: felici spiriti, che mentre gio-
    vavano l'uno all'altro godevano nel lodare le fatiche altrui, quanto
    infelici sono ora i nostri, che mentre ch' e' nuocono, non sfogati cre-
    pano d'invidia nel mordere altrui. Fu da' Consoli pregato Filippo
10   che dovesse fare l'opera insieme con Lorenzo, ma egli non volle,
    avendo animo di volere essere più tosto primo in una sola arte che
    pari o secondo in quell'opera. Per il che la storia, che aveva lavorata
    di bronzo, donò a Cosimo de' Medici, la qual egli col tempo fece met-
    tere in sagrestia vecchia di San Lorenzo, nel dossal dell'altare, e quivi
15   si truova al presente, e quella di Donato fu messa nell'Arte del Cambio.
    Fatta l'allogagione a Lorenzo Ghiberti, furono insieme Filippo e
    Donato e risolverono insieme partirsi di Fiorenza et a Roma star
    qualche anno per attender Filippo all'architettura e Donato alla scul-
    tura. Il che fece Filippo per voler esser superiore et a Lorenzo et a
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Edizione Torrentiniana
20   al proposito di quell'opera che non erano essi e gli altri che avevano fatto
    le altre storie. E così a' Consoli con buone ragioni persuasero che a Lo-
    renzo l'opera allogassero, mostrando che il publico et il privato ne
    sarebbe servito meglio; e fu veramente questo una bontà vera d'amici et
    una virtù senza invidia et un giudizio sano nel conoscere se stessi, onde
25   più lode meritorono che se l'opera avessino condotta a perfezzione:
    felici spiriti, che mentre giovavano l'uno a l'altro godevano nel lodare
    le fatiche altrui, quanto infelici sono ora i nostri, che mentre ch'e'
    nuocono, non sfogati crepano di invidia nel mordere altrui. Fu da' Con-
    soli pregato Filippo che dovessi far l'opera insieme con Lorenzo, la
30   qual non volse fare, avendo animo di venire a un segno di volere essere
    più tosto primo in una sola arte che pari o secondo in quell'opera. Per
    il che la storia, che aveva lavorata di bronzo, donò a Cosimo de' Medici,
    la qual egli col tempo fece mettere nella sagrestia vecchia di Santo Lo-
    renzo, nel dossal dello altare, e quivi si truova al presente; e quella di
35   Donato fu messa nell'Arte del Cambio.
    Fatta la allogagione a Lorenzo Ghiberti, furono insieme Filippo e
    Donato e risolverono insieme partirsi di Fiorenza et a Roma star qualche
    anno per attender Filippo alla architettura e Donato alla scultura. Il
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