Volume 3

Edizione Giuntina
    ingegno passasse i termini di quella arte. Laonde, avendo preso pra-
    tica con certe persone studiose, cominciò a entrar colla fantasia nelle
    cose de' tempi e de' moti, de' pesi e delle ruote, come si posson far
    girare e da che si muovono; e così lavorò di sua mano alcuni oriuoli
5   bonissimi e bellissimi. Non contento a questo, nell'animo se li destò
    una voglia della scultura grandissima: e tutto venne poi che, essendo
    Donatello giovane tenuto valente in quella et in espettazione grande,
    cominciò Filippo a praticare seco del continuo, et insieme per le virtù
    l'un dell'altro si posono tanto amore, che l'uno non pareva che sapesse
10   vivere senza l'altro. Laonde Filippo, che era capacissimo di più cose,
    dava opera a molte professioni; né molto si esercitò in quelle che egli
    fu tenuto fra le persone intendenti bonissimo architetto, come mo-
    strò in molte cose che servirono per acconcimi di case: come al Canto
    de' Ciai verso Mercato Vecchio la casa di Apollonio Lapi suo parente,
15   ché in quella (mentre egli la faceva murare) si adoprò grandamente;
    e il simile fece fuor di Fiorenza nella torre e nella casa della Petraia
    a Castello. Nel palazzo dove abitava la Signoria ordinò e spartì, dove
    era l'ufizio delli ufiziali di Monte, tutte quelle stanze, e vi fece e porte
    e finestre nella maniera cavata da lo antico, allora non usatasi molto
20   per essere l'architettura roz[z]issima in Toscana. Avendosi poi in Fiorenza
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Edizione Torrentiniana
    persone studiose, cominciò a entrarli fantasia nelle cose de' tempi e de'
    moti, de' pesi e delle ruote, come si posson far girare e da che si muo-
    vono; e così lavorò di sua mano alcuni oriuoli bonissimi e bellissimi. Né
    fu contento a questo, che nell'animo se li destò una voglia della scultura:
25   e tutto venne che essendo Donatello giovane tenuto valente in quella et in
    espettazione grande, cominciò Filippo a praticare seco del continuo, et
    insieme per le virtù l'un dell'altro si posono tanto amore, che l'uno non
    pareva che sapesse vivere senza l'altro. Laonde Filippo, che era capacis-
    simo di più cose, dava opera a molte professioni; né molto si esercitò in
30   quelle che egli fu tenuto fra le persone intendenti bonissimo architetto,
    come mostrò in molte cose che servirono per acconcimi di case:
    come al Canto d'i Ciai verso Mercato Vecchio la casa di Apollonio Lapi
    suo parente, ché in quella (mentre egli la faceva mutare) si adoperò
    grandemente; et il simile fece fuor di Fiorenza la torre e la casa della
35   Petraia a Castello. Nel palazzo dove abitava la Signoria ordinò e spartì,
    dove era l'ufizio delli ufiziali di Monte, tutte quelle stanze, e vi fece e
    porte e finestre nella maniera cavata da lo antico, allora non usatesi
    molto per essere l'architettura roz[z]issima in Toscana. Avenne che in
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