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Dopo, rimettendosi mano alla fabrica del Vescovado, la condusse |
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Margaritone molto inanzi seguitando il disegno di Lapo, ma non |
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però se le diede fine, perché rinovandosi pochi anni poi la guerra |
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tra i Fiorentini e gl'Aretini, il che fu l'anno 1289, per colpa di Gu- |
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glielmino Ubertini vescovo e signore d'Arezzo aiutato dai Tarlati da |
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Pietramala e da' Pazzi di Valdarno, comeché male glien'avvenisse |
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essendo stati rotti e morti a Campaldino, furono spesi in quella guer- |
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ra tutti i danari lasciati dal Papa alla fabrica del Vescovado. E perciò |
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fu ordinato poi dagl'Aretini che in quel cambio servisse il danno da- |
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to del contado (così chiamano un dazio) per entrata particolar di |
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quell'opera, il che è durato sino a oggi e dura ancora. |
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Ora, tornando a Margaritone, per quello che si vede nelle sue ope- |
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re, quanto alla pittura, egli fu il primo che considerasse quello che |
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bisogna fare quando si lavora in tavole di legno perché stiano ferme |
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nelle commettiture e non mostrino, aprendosi poi che sono dipinte, |
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fessure e squarti, avendo egli usato di mettere sempre sopra le tavole |
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per tutto una tela di panno lino, apiccata con forte colla fatta con rita- |
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gli di cartapecora e bollita al fuoco, e poi sopra detta tela dato di gesso, |
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come in molte sue tavole e d'altri si vede. Lavorò ancora sopra il gesso, |
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stemperato con la medesima colla, fregi e diademe di rilievo et altri |
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ornamenti tondi, e fu egli inventore del modo di dare di bolo e met- |
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tervi sopra l'oro in foglie e brunirlo. Le quali tutte cose, non essendo |
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mai prima state vedute, si veggiono in molte opere sue e particolar- |
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mente nella Pieve d'Arezzo, in un dossale dove sono storie di S. Do- |
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nato, et in S. Agnesa et in S. Niccolò della medesima città. |
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Lavorò finalmente molte opere nella sua patria che andarono fuori, |
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parte delle quali sono a Roma in S. Ianni et in S. Piero e parte in |
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Pisa in S. Catarina, dove, nel tramezzo della chiesa, è appoggiata so- |
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pra un altare una tavola dentrovi S. Caterina e molte storie in figure |
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piccole della sua vita, et in una tavoletta un S. Francesco con molte |
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storie in campo d'oro; e nella chiesa di sopra di San Francesco d'Asce- |
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si è un Crucifisso di sua mano dipinto alla greca, sopra un legno, che |
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attraversa la chiesa. Le quali tutte opere furono in gran pregio ap- |
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presso i popoli di quell'età, se bene oggi da noi non sono stimate se |
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non come cose vecchie e buone quando l'arte non era, come è oggi, |
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nel suo colmo. |