Volume 2

Edizione Giuntina
    ridussero gli artefici stessi e le egregie opere loro delle quali Roma
    poi si fece sì bella, perché le diedero grande ornamento le statue pel-
    legrine e più che le domestiche e particolari, sapendosi che in Rodi,
    città d'isola non molto grande, furono più di tremila statue anno-
5   verate fra di bronzo e di marmo, né manco ne ebbero gli Ateniesi,
    ma molto più que' d'Olimpia e di Delfo e senza alcun numero que'
    di Corinto, e furono tutte bellissime e di grandissimo prezzo. Non si
    sa egli che Nicomede re di Licia, per l'ingordigia di una Venere che
    era di mano di Prasitele, vi consumò quasi tutte le ricchezze de'
10   popoli ? Non fece il medesimo Attalo, che per avere la tavola di Bacco
    dipinta da Aristide non si curò di spendervi dentro più di seimila
    sesterzii ? La qual tavola da Lucio Mummio fu posta, per ornarne
    pur Roma, nel tempio di Cerere con grandissima pompa.
    Ma con tutto che la nobiltà di quest'arte fusse così in pregio, e'
15   non si sa però ancora per certo chi le desse il primo principio, perché,
    come già si è di sopra ragionato, ella si vede antichissima ne' Caldei,
    certi la dànno all'Etiopi, et i Greci a se medesimi l'attribuiscono.
    E puossi non senza ragione pensar ch'ella sia forse più antica ap-
    presso a' Toscani, come testifica il nostro Lion Batista Alberti e ne
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Edizione Torrentiniana
20   avendo quasi spogliato il mondo, ridussero gli artefici stessi e le
    egregie opere loro delle quali Roma poi si fece sì bella, che invero le
    diedero grande ornamento le statue pellegrine più che le domestiche e
    particulari; ché si sa che in Rodi, città d'isola non molto grande, furono
    più di tremila statue ano[ve]rate fra di bronzo e di marmo, né manco
25   ne ebbero gli Ateniesi, ma molto più que' di Olimpia e di Delfo e senza
    alcun numero que' di Corinto, e furono tutte bellissime e di grandissimo
    prezzo. Non si sa egli che Nicomede re di Licia, per l'ingordigia di una
    Venere che era di mano di Prasitele, vi consumò quasi tutte le ricchezze
    de' popoli? Non fece il medesimo Attalo, che per avere la tavola di Bac-
30   co dipinta da Aristide non si curò di spendervi dentro più di seimila se-
    sterzii? La qual tavola da Lucio Mummio fu posta, per ornarne pur Ro-
    ma, nel tempio di Cerere con grandissima pompa.
    Ma con tutto che la nobiltà di questa arte fusse così in pregio, e' non
    si sa però ancora per certo chi le desse il primo principio, perché, come
35   già si è di sopra ragionato, ella si vede antichissima ne' Caldei, certi la
    dànno alli Etiopi, et i Greci a se medesimi l'attribuiscono. E puossi non
    senza ragione pensare che ella sia forse più antica appresso a' Toscani,
    come testifica el nostro Lion Batista Alberti e ne rende assai buona
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