Volume 2

Edizione Giuntina
    inanzi n'era stato fatto nella chiesa di San Giovanni Evangelista da
    un Tedesco che ne fu molto lodato. Giovanni dunque diede finito
    il suo in quattro anni, avendo l'opera di quello divisa in cinque storie
    della vita di Gesù Cristo, e fattovi oltre ciò un Giudizio Universale
5   con quella maggior diligenza che seppe, per pareggiare o forse pas-
    sare quello allora tanto nominato d'Orvieto. E intorno al detto perga-
    mo, sopra alcune colonne che lo reggono intagliò nell'architrave, pa-
    rendogli, come fu invero per quanto sapeva quella età, aver fatto
    una grand' e bell'opera, questi versi:
10   HOC OPUS SCULPSIT IOANNES QUI RES NON EGIT INANES
    NICOLI NATUS...MELIORA BEATUS
    QUEM GENUIT PISA DOCTUM SUPER OMNIA VISA.
    Fece Giovanni in quel medesimo tempo la pila dell'acquasanta di
    marmo della chiesa di S. Giovanni Evangelista nella medesima città,
15   con tre figure che la reggono: la Temperanza, la Prudenza e la Iusti-
    zia; la quale opera, per essere allora stata tenuta molto bella, fu posta
    nel mezzo di quella chiesa come cosa singolare. E prima ch'e' partisse
    di Pistoia, se ben non fu così allora cominciata l'opera, fece il modello
    del campanile di S. Iacopo, principale chiesa di quella città, nel quale
20   campanile che è in sulla piazza di detto S. Iacopo et accanto alla chie-
    sa, è questo millesimo: A. D. 1301.
    Essendo poi morto in Perugia papa Benedetto IX, fu mandato per
    Giovanni; il quale, andato a Perugia, fece nella chiesa vecchia di
    S. Domenico de' Frati Predicatori una sepoltura di marmo per quel
25   Pontefice, il quale ritratto di naturale et in abito ponteficale pose sopra
    la cassa con due Angeli, uno da ciascun lato, che tengono una cortina,
    e di sopra una Nostra Donna con due Santi di rilievo che la mettono
    in mezzo, e molti altri ornamenti intorno a quella sepoltura inta-
    gliati. Parimente, nella chiesa nuova de' detti Frati Predicatori
30   fece il sepolcro di messer Niccolò Guidalotti perugino e vescovo di
    Recanati, il quale fu institutore della Sapienzia Nuova di Perugia.
    Nella quale chiesa, nuova dico, che prima era stata fondata da altri,
    condusse la navata del mezzo, che fu con molto migliore ordine fon-
    data da lui che il rimanente della chiesa non era stato fatto, la quale
35   da un lato pende e minaccia - per essere stata male fondata - rovina.
    E nel vero, chi mette mano a fabricare et a fare cose d'importanza,
    non da chi sa poco ma dai migliori doverrebbe sempre pigliare con-
    siglio, per non avere, dopo il fatto, con danno e vergogna a pentirsi
    d'essersi dove più bisognava mal consigliato.
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