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in quel lavoro operato, vi pose il nome suo. Circa l'anno 1560, es- |
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sendo gl'archi e i condotti di questa fonte, la quale costò centoses- |
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santamila ducati d'oro, guasti in gran parte e rovinati, Vincenzio |
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Danti perugino scultore, e con sua non piccola lode, senza rifar gl'ar- |
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chi (il che sarebbe stato di grandissima spesa) ricondusse molto inge- |
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gnosamente l'acqua alla detta fonte nel modo che era prima. |
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Finita questa opera, desideroso Giovanni di riveder il padre vec- |
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chio et indisposto, si partì di Perugia per tornarsene a Pisa; ma |
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passando per Firenze, gli fu forza fermarsi per adoperarsi insieme con |
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altri all'opera delle mulina d'Arno, che si facevano da San Gregorio |
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appresso la piazza de' Mozzi. Ma finalmente, avendo avuto nuove che |
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Nicola suo padre era morto, se n'andò a Pisa, dove fu per la virtù sua |
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da tutta la città con molto onore ricevuto, rallegrandosi ognuno che |
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dopo la perdita di Nicola fusse di lui rimaso Giovanni erede così |
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delle virtù come delle facultà sue. E venuta occasione di far pruova |
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di lui, non fu punto ingannata la loro opinione, perché avendosi a |
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fare alcune cose nella picciola ma ornatissima chiesa di Santa Maria |
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della Spina, furono date a fare a Giovanni, il quale, messovi mano |
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con l'aiuto d'alcuni suoi giovani, condusse i molti ornamenti di quel- |
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l'oratorio a quella perfezzione che oggi si vede; la quale opera, per |
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quello che si può giudicare, dovette essere in que' tempi tenuta mi- |
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racolosa, e tanto più avendovi fatto in una figura il ritratto di Nicola |
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di naturale, come seppe meglio. Veduto ciò i Pisani, i quali molto |
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inanzi avevano avuto ragionamento e voglia di fare un luogo per le |
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sepolture di tutti gli abitatori della città, così nobili come plebei, o |
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per non empiere il Duomo di sepolture o per altra cagione, diedero |
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cura a Giovanni di fare l'edifizio di Camposanto, che è in su la piazza |
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del Duomo verso le mura; onde egli, con buon disegno e con molto |
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giudizio, lo fece in quella maniera e con quelli ornamenti di marmo |
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e di quella grandezza che si vede; e perché non si guardò a spesa |
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nessuna, fu fatta la coperta di piombo. E fuori della porta principale |
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si veggiono nel marmo intagliate queste parole: |
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A. D. MCCLXXVIII TEMPORE DOMINI FEDERIGI ARCHIEPISCOPI PI- |
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SANI ET DOMINI TARLATTI POTESTATIS OPERARIO ORLANDO SAR- |
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DELLA IOANNE MAGISTRO EDIFICANTE. |
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Finita questa opera, l'anno medesimo 1283 andò Giovanni a Na- |
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poli, dove per lo re Carlo fece il Castel Nuovo di Napoli; e per allar- |
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garsi e farlo più forte, fu forzato a rovinare molte case e chiese, e |
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particolarmente un convento di Frati di S. Francesco che poi fu rifatto, |