Volume 2

Edizione Giuntina
    corti un braccio e mezzo e poi dato lor fuoco, consumati che furono
    i puntelli, rovinò e si disfece da sé quasi tutta; il che fu tenuto cosa
    tanto ingegnosa et utile per cotali affari che è poi passata di maniera
    in uso, che, quando bisogna, con questo facilissimo modo si rovina
5   in poco tempo ogni edifizio.
    Si trovò Nicola alla prima fondazione del Duomo di Siena, e
    disegnò il tempio di S. Giovanni nella medesima città. Poi, tornato
    in Firenze l'anno medesimo che tornarono i Guelfi, disegnò la chiesa
    di S. Trinita et il monasterio delle Donne di Faenza, oggi rovinato
10   per fare la cittadella. Essendo poi richiamato a Napoli, per non lasciar
    le fac[c]ende di Toscana, vi mandò Maglione suo creato, scultore et
    architetto, il quale fece poi al tempo di Currado la chiesa di S. Lo-
    renzo di Napoli, finì parte del Piscopio, e vi fece alcune sepolture
    nelle quali immitò forte la maniera di Nicola suo maestro. Nicola
15   intanto, essendo chiamato dai Volterrani, l'anno 1254 che vennono
    sotto i Fiorentini, perché accrescesse il Duomo loro che era piccolo,
    egli lo ridusse, ancorché storto molto, a miglior forma e lo
    fece più magnifico che non era prima. Poi ritornato finalmente a Pi-
    sa, fece il pergamo di S. Giovanni di marmo, ponendovi ogni dili-
20   genza per lasciare di sé memoria alla patria, e fra l'altre cose inta-
    gliando in esso il Giudicio Universale vi fece molte figure, se non
    con perfetto disegno, almeno con pacienza e diligenza infinita, come
    si può vedere. E perché gli parve, come era vero, aver fatto opera de-
    gna di lode, v'intagliò a piè questi versi:
25   ANNO MILLENO BIS CENTUM BISQUE TRIDENO
    HOC OPUS INSIGNE SCULPSIT NICOLA PISANUS.
    I Sanesi, mossi dalla fama di questa opera che piacque molto non
    solo a' Pisani ma a chiunche la vide, allogarono a Nicola il pergamo
    del loro Duomo dove si canta l'evangelio, essendo pretore Guglielmo
30   Mariscotti; nel quale fece Nicola molte storie di Gesù Cristo con
    molta sua lode per le figure che vi son lavorate e con molta dif-
    ficultà spiccate intorno intorno dal marmo. Fece similmente Nicola
    il disegno della chiesa e convento di S. Domenico d'Arezzo ai signori
    di Pietramala che lo edificarono; et a' preghi del vescovo degli Uber-
35   tini restaurò la Pieve di Cortona, e fondò la chiesa di S. Margherita
    per Frati di S. Francesco in sul più alto luogo di quella città.
    Onde, crescendo per tante opere sempre più la fama di Nicola, fu
    l'anno 1267 chiamato da papa Clemente Quarto a Viterbo, dove, oltre
    a molte altre cose, restaurò la chiesa e convento de' Frati Predicatori.
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