Volume 2

Edizione Giuntina
    come ha potuto il meglio, sopra quella muraglia vecchia,
    riducendola alla moderna. Fece similmente Nicola in Pisa molti altri
    palazzi e chiese; e fu il primo, essendosi smarrito il buon modo di
    fabricar[e], che mise in uso fondar gl'edifizii a Pisa in sui pilastri, e
5   sopra quelli voltare archi avendo prima palificato sotto i detti pi-
    lastri, perché facendosi altrimenti, rotto il primo piano sodo del fon-
    damento, le muraglie calavano sempre, dove il palificare rende sicu-
    rissimo l'edifizio, sì come la sperienza ne dimostra. Col suo disegno
    fu fatta ancora la chiesa di S. Michele in Borgo de' Monaci di Camal-
10   doli. Ma la più bella, la più ingegnosa e più capricciosa architettura
    che facesse mai Nicola fu il campanile di San Nicola di Pisa dove
    stanno Frati di S. Agostino, perciò che egli è di fuori a otto facce, e
    dentro tondo con scale che girando a chiocciola vanno insino in cima
    e lasciano dentro il vano del mezzo libero et a guisa di pozzo, e so-
15   pra ogni quattro scaglioni sono colonne che hanno gl'archi zoppi e
    che girano intorno intorno; onde, posando la salita della volta sopra
    i detti archi, si va in modo salendo infino in cima che chi è in terra
    vede sempre tutti quelli che sagliono, coloro che sagliono veggion
    coloro che sono in terra, e quei che sono a mezzo veggono gl'uni
20   e gl'altri, cioè que' che sono di sopra e quei che sono abasso. La
    quale capricciosa invenzione fu poi, con miglior modo e più giuste
    misure e con più ornamento, messa in opera da Bramante archi-
    tetto a Roma in Belvedere per papa Giulio Secondo, e da Antonio
    da Sangallo nel pozzo che è a Orvieto, di ordine di papa Clemente Set-
25   timo, come si dirà quando fia tempo.
    Ma tornando a Nicola, il quale fu non meno ecc[ellente] scultore
    che architettore, egli fece nella facciata della chiesa di S. Martino in
    Lucca, sotto il portico che è sopra la porta minore a man manca
    entrando in chiesa dove si vede un Cristo deposto di croce, una sto-
30   ria di marmo di mezzo rilievo, tutta piena di figure fatte con molta
    diligenza, avendo traforato il marmo e finito il tutto di maniera che
    diede speranza a coloro che prima facevano l'arte con stento gran-
    dissimo, che tosto doveva venire chi le porgerebbe con più facilità
    migliore aiuto. Il medesimo Nicola diede, l'anno 1240, il disegno
35   della chiesa di S. Iacopo di Pistoia, e vi mise a lavorare di musaico
    alcuni maestri toscani, i quali feciono la volta della nicchia; la quale,
    ancorché in que' tempi fusse tenuta cosa dificile e di molta spesa, noi
    più tosto muove oggi a riso et a compassione che a maraviglia, e tanto
    più che cotale disordine, il quale procedeva dal poco disegno, era
40   non solo in Toscana ma per tutta Italia, dove molte fabriche et altre
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