Volume 2

Edizione Giuntina
    non essendo stato in Toscana in que' tempi, dopo Arnolfo, in pregio
    niuno altro scultore che Fuccio, architetto e scultore fiorentino, il qua-
    le fece S. Maria sopra Arno in Firenze l'anno 1229, mettendovi sopra
    una porta il nome suo; e nella chiesa di S. Francesco d'Ascesi, di
5   marmo, la sepoltura della regina di Cipri con molte figure, et il ri-
    tratto di lei particolarmente a sedere sopra un leone per dimostrare
    la fortezza dell'animo di lei - la quale dopo la morte sua lasciò gran
    numero di danari perché si desse a quella fabrica fine.
    Nicola dunque, essendosi fatto conoscere per molto miglior mae-
10   stro che Fuccio non era, fu chiamato a Bologna l'anno 1225, essendo
    morto S. Domenico Calagora primo institutore dell'Ordine de' Frati
    Predicatori, per fare di marmo la sepoltura del detto Santo; onde,
    convenuto con chi aveva di ciò la cura, la fece piena di figure in quel
    modo ch'ella ancora oggi si vede, e la diede finita l'anno 1231 con
15   molta sua lode, essendo tenuta cosa singular[e] e la migliore di quante
    opere infino allora fusse[ro] di scultura state lavorate. Fece simil-
    mente il modello di quella chiesa e d'una gran parte del convento.
    Dopo, ritornato Nicola in Toscana, trovò che Fuccio s'era partito
    di Firenze e andato, in que' giorni che da Onorio fu coronato Fe-
20   derigo imperatore, a Roma, e di Roma con Fed[e]rigo a Napoli, dove
    finì il Castello di Capoana, oggi detta la Vicherìa, dove sono tutti i
    tribunali di quel regno, e così Castel dell'Uovo, e dove fondò simil-
    mente le torri, fece le porte sopra il fiume del Volturno alla città di
    Capua, un barco cinto di mura per l'uc[c]ellagioni presso a Gravina,
25   et a Melfi un altro per le cacce di verno, oltre a molte altre cose che
    per brevità non si raccontano.
    Nicola intanto, trattenendosi in Fiorenza, andava non solo esserci-
    tandosi nella scultura, ma nell'architettura ancora mediante le fa-
    briche che s'andavano con un poco di buon disegno facendo
30   per tutta Italia e particolarmente in Toscana. Onde si adoperò non
    poco nella fabrica della Badia di Settimo, non stata finita dagli ese-
    cutori del conte Ugo di Brandiburgo, come l'altre sei, secondo che si
    disse di sopra. E se bene si legge nel campanile di detta Badia, in un
    epitaffio di marmo: GUGLIEL. ME FECIT, si conosce nondimeno alla
35   maniera ch'e' si governava col consiglio di Nicola, il quale, in que'
    medesimi tempi, fece in Pisa il Palazzo degl'Anziani Vecchio, oggi
    stato disfatto dal duca Cosimo per fare nel medesimo luogo, serven-
    dosi d'una parte del vecchio, el magnifico palazzo e convento della
    nuova Religione de' Cavaglieri di S. Stefano col disegno e modello
40   di Giorgio Vasari aretino pittore et architettore, il quale si è accomodato,
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