Volume 2

Edizione Giuntina
    suo l'ultimo cerchio delle mura della loro città l'anno 1284, e fecero
    secondo il disegno di lui, di mattoni e con un semplice tetto di so-
    pra la loggia et i pilastri d'Orsanmichele, dove si vendeva il grano, ma
    delibera[ro]no per suo consiglio, il medesimo anno che rovinò il
5   poggio de' Magnuoli dalla Costa di S. Giorgio sopra S. Lucia nella
    via de' Bardi, mediante un decreto publico, che in detto luogo non si
    murasse più né si facesse alcuno edificio giamai: attesoché per i relassi
    delle pietre, che hanno sotto gemiti d'acque, sarebbe sempre peri-
    coloso qualunche edifizio vi si facesse; la qual cosa esser vera si è ve-
10   duto a' giorni nostri, con rovina di molti edifizii e magnifiche case di
    gentiluomini. L'anno poi 1285 fondò la loggia e piazza de' Priori, e
    fece la capella maggiore e le due che la mettono in mezzo della Badia
    di Firenze, rinovando la chiesa et il coro, che prima molto minore
    aveva fatto fare il conte Ugo fondatore di quella Badia, e facendo
15   per lo cardinale Giovanni degl'Orsini, legato del Papa in Toscana,
    il campanile di detta chiesa, che fu secondo l'opere di que' tempi
    lodato assai, comeché non avesse il suo finimento di macigni se non
    poi l'anno 1330.
    Dopo ciò fu fondata col suo disegno, l'anno 1294, la chiesa di
20   S. Croce, dove stanno i Frati Minori, la quale condusse Arnolfo
    tanto grande nella navata del mezzo e nelle due minori, che con
    molto giudizio, non potendo fare sotto 'l tetto le volte per lo troppo
    gran spazio, fece fare archi da pilastro a pilastro e sopra quelli
    i tetti a frontespizio per mandar via l'acque piovane con docce
25   di pietra murata sopra detti archi, dando loro tanto pendìo, che fus-
    sero sicuri, come sono, i tetti dal pericolo dell'infracidare: la qual co-
    sa, quanto fu nuova et ingegnosa, tanto fu utile e degna d'essere oggi
    considerata; diede poi il disegno de' primi chiostri del convento vec-
    chio di quella chiesa. E poco appresso fece levare d'intorno al tem-
30   pio di S. Giovanni, dalla banda di fuori, tutte l'arche e sepolture che
    vi erano di marmo e di macigno, e metterne parte dietro al campani-
    le, nella facciata della calonaca, allato alla Compagnia di S. Zanobi, e
    rincrostar poi di marmi neri di Prato tutte le otto facciate di fuori di
    detto S. Giovanni, levandone i macigni che prima erano fra que' mar-
35   mi antichi. Volendo in questo mentre i Fiorentini murare, in Valdar-
    no di sopra, il castello di S. Giovanni e Castelfranco per commodo
    della città e delle vettovaglie mediante i mercati, ne fece Arnolfo il
    disegno l'anno 1295, e sotisfece di maniera così in questa come aveva
    fatto nell'altre cose, che fu fatto cittadino fiorentino.
40   Dopo queste cose, deliberando i Fiorentini, come racconta Giovan
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