Volume 2

Edizione Giuntina
    veduta da nessuno, nel mostrarsi al re vi concorsero tutti gl'uomini
    e tutte le donne di Firenze con grandissima festa e con la maggior
    calca del mondo. Laonde per l'allegrezza che n'ebbero, i vicini chia-
    marono quel luogo Borgo Allegri, il quale, col tempo messo
5   fra le mura della città, ha poi sempre ritenuto il medesimo nome.
    In S. Francesco di Pisa (dove egli lavorò, come si è detto di sopra,
    alcune altre cose) è di mano di Cimabue nel chiostro allato alla porta
    che entra in chiesa, in un cantone, una tavolina a tempera nella quale
    è un Cristo in croce con alcuni Angeli a torno, i quali piangendo pi-
10   gliano con le mani certe parole che sono scritte intorno alla testa di
    Cristo e le mandano all'orecchie d'una Nostra Donna che a man
    ritta sta piangendo, e dall'altro lato a San Giovanni Evangelista che
    è tutto dolente, a man sinistra; e sono le parole alla Vergine: Mulier,
    ecce filius tuus, e quelle a San Giovanni: Ecce mater tua, e quelle
15   che tiene in mano un altr'Angel appartato dicano: Ex illa hora ac-
    cepit eam discipulus in suam . Nel che è da considerare che Cimabue
    cominciò a dar lume et aprire la via all'invenzione aiutando l'arte
    con le parole per esprimere il suo concetto: il che certo fu cosa ca-
    pricciosa e nuova.
20   Ora, perché mediante queste opere s'aveva acquistato Cimabue
    con molto utile grandissimo nome, egli fu messo per architetto in com-
    pagnia d'Arnolfo Lapi, uomo allora nell'architettura eccellente, alla
    fabrica di S. Maria del Fior[e] in Fiorenza. Ma finalmente, essendo
    vivuto sessanta anni, passò all'altra vita l'anno milletrecento, avendo
25   poco meno che resuscitata la pittura. Lasciò molti discepoli, e fra
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Edizione Torrentiniana
    vedere la tavola di Cimabue, la quale, perciò ch'ancora non era stata
    veduta da alcuno, mostrandosi al re, sùbito vi concorsero tutti gli uo-
    mini e tutte le donne di Fiorenza con grandissima festa e con la maggior
    calca del mondo.Laonde per l'allegrezza che n'ebbero, i vicini chia-
30   marono quel luogo Borgo Allegri, il quale, col tempo messo fra le mura
    della città, sempr'ha tenuto quel nome.
    Or aveva la natura dotato Cimabue di bello e dèstro ingegno, di ma-
    niera che fu messo per architetto, in compagnia di Arnolfo tedesco al-
    lora nell'architettura eccellente, della fabrica di Santa Maria del Fiore
35   in Fiorenza. E tanto sotto di lui migliorò la pittura, che nel suo tempo
    eccellente e mirabile fu chiamata quell'arte, la quale infino a quell'età
    era stata sepolta.
    Visse Cimabue anni sessanta, e lasciò molti discepoli di quell'arte, e
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