Volume 2

Edizione Giuntina
    Tornato dunque Cimabue a Firenze, dipinse nel chiostro di S. Spi-
    rito, dove è dipinto alla greca da altri maestri tutta la banda di verso
    la chiesa, tre archetti di sua mano della vita di Cristo, e certo con
    molto disegno. E nel medesimo tempo mandò alcune cose da sé la-
5   vorate in Firenze a Empoli, le quali ancor oggi sono nella Pieve di quel
    castello tenute in gran venerazione. Fece poi per la chiesa di Santa
    Maria Novella la tavola di Nostra Donna, che è posta in alto fra la
    capella de' Rucellai e quella de' Bardi da Vernia, la quale opera fu di
    maggior grandezza che figura che fusse stata fatta insin a quel tem-
10   po et alcuni Angeli che le sono intorno mostrano, ancorché egli aves-
    se la maniera greca, che s'andò accostando in parte al lineamento e
    modo della moderna. Onde fu questa opera di tanta maraviglia ne'
    popoli di quell'età, per non si esser veduto insino allora meglio, che da
    casa di Cimabue fu con molta festa e con le trombe alla chiesa portata
15   con solennissima processione, et egli perciò molto premiato et ono-
    rato. Dicesi, et in certi ricordi di vecchi pittori si legge, che mentre
    Cimabue la detta tavola dipigneva in certi orti appresso Porta S. Pie-
    ro, che passò il re Carlo il Vecchio d'Angiò per Firenze e che, fra le
    molte accoglienze fattegli dagl'uomini di questa città, e' lo condus-
20   sero a vedere la tavola di Cimabue, e che per non essere ancora stata
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Edizione Torrentiniana
    lavorò nel castello di Empoli nella Pieve et in Santo Spirito di Fiorenza
    nel chiostro, dove è dipinta alla greca da altri maestri tutta la banda di
    verso la chiesa et ove sono medesimamente lavorati di sua mano tre
    archetti fra quegli, dentrovi storie della vita di Cristo. Fece poi nella
25   chiesa di Santa Maria Novella una tavola dentrovi una Nostra Donna,
    la quale è posta in alto fra la cappella de' Rucellai e de' Bardi da Vernia,
    con alcuni Angeli intorno ad essa, nei quali, ancora che egli avesse la
    vecchia maniera greca, tuttavolta si vede che e' tenne il modo e il linea-
    mento della moderna. Fu quest'opera di tanta maraviglia ne' populi di
30   quel tempo, per non essersi veduto infino allora meglio, che di casa sua
    con le trombe perfino in chiesa fu portata con solennissima processione,
    et egli premio straordinario ne ricevette. E dicesi che mentre Cima-
    bue ditta tavola dipigneva in certi orti vicin a Porta S. Piero, non per
    altro che per avervi buon lume e buon aere e per fuggire la frequenzia
35   degli uomini, passò per la città di Fiorenza il re Carlo Vecchio di Angiò
    figliolo di Lodovico, il quale andava al possesso della Sicilia chiama-
    tovi da Urbano pontefice, nimico capital di Manfredi; e che fra le molte
    accoglienze fattegli dagli uomini di quella città, e' lo condussero a
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