Volume 2

Edizione Giuntina
    ch'e' gl'aveva fatto l'opere di S. Croce, gli fece un Crocifisso
    grande in legno che ancora oggi si vede in chiesa; la quale opera fu
    cagione, parendo al guardiano esser stato servito bene, ch'e' lo con-
    ducesse in S. Francesco di Pisa loro convento a fare in una tavola
5   un S. Francesco, che fu da que' popoli tenuto cosa rarissima, cono-
    scendosi in esso un certo che più di bontà, e nell'aria della testa e
    nelle pieghe de' panni, che nella maniera greca non era stata usata
    insin allora da chi aveva alcuna cosa lavorato non pur in Pisa, ma in
    tutta Italia. Avendo poi Cimabue per la medesima chiesa fatto in una
10   tavola grande l'immagine di Nostra Donna col Figliuolo in collo e
    con molti Angeli intorno, pur in campo d'oro, ella fu dopo non
    molto tempo levata di dove ell'era stata collocata la prima volta per
    farvi l'altare di marmo che vi è al presente, e posta dentro alla chiesa
    allato alla porta a man manca: per la quale opera fu molto lodato e
15   premiato da' Pisani. Nella medesima città di Pisa fece a richiesta del-
    l'abbate allora di S. Paulo in Ripa d'Arno, in una tavoletta, una
    S. Agnesa, et intorno a essa, di figure piccole, tutte le storie della
    vita di lei; la qual tavoletta è oggi sopra l'altare delle Vergini in detta
    chiesa.
20   Per queste opere dunque essendo assai chiaro per tutto il nome di
    Cimabue, egli fu condotto in Ascesi, città dell'Umbria, dove in com-
    pagnia d'alcuni maestri greci dipinse nella chiesa di sotto di S. Fran-
    cesco parte delle volte, e nelle facciate la vita di Gesù Cristo e quella
    di S. Francesco, nelle quali pitture passò di gran lunga que' pittori
25   greci; onde, cresciutogli l'animo, cominciò da sé solo a dipigner a
    fresco la chiesa di sopra, e nella tribuna maggiore fece sopra il coro,
    in quattro facciate, alcune storie della Nostra Donna, cioè la morte,
    quando è da Cristo portata l'anima di lei in cielo sopra un trono di
    nuvole, e quando in mezzo a un coro d'Angeli la corona, essendo
30   da piè gran numero di Santi e Sante, oggi dal tempo e dalla polvere
    consumati. Nelle crociere poi delle volte di detta chiesa, che sono
    cinque, dipinse similmente molte storie. Nella prima, sopra il coro,
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Edizione Torrentiniana
    La quale opera fu cagione che, avendolo servito benissimo, e' lo condusse
    in Pisa in San Francesco lor convento e quivi fece un San Francesco
35   scalzo, il quale fu tenuto da que' popoli cosa rarissima, conoscendosi nella
    maniera sua un certo che di nuovo e di miglior[e], per l'aria delle teste
    e per le pieghe de' panni, che [più] non avevon fatto qui infino allora
    que' maestri greci nelle lor pitture, sparse già per tutta Italia.
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