Volume 2

Edizione Giuntina
    chiesa gli fecero dipignere gl'Operai, per ordine del publico, nel muro
    a fresco un deposito finto di marmo, per memoria del cardinale de'
    Corsini che ivi è sopra la cassa ritratto di naturale; e sopra quello un
    altro simile per memoria di maestro Luigi Marsilii famosissimo teo-
5   logo, il quale andò ambasciadore con messer Luigi Guicciardini e
    messer Guccio di Gino, onoratissimi cavalieri, al duca d'Angiò. Fu
    poi Lorenzo condotto in Arezzo da don Laurentino abbate di San
    Bernardo, monasterio dell'Ordine di Monte Oliveto, dove dipinse,
    per messer Carlo Marsupini, a fresco istorie della vita di San Ber-
10   nardo nella capella maggiore. Ma volendo poi dipignere nel chiostro
    del convento la vita di San Benedetto - poi, dico, che egli avesse per
    Francesco Vecchio de' Bacci dipinta la maggior capella della chiesa
    di San Francesco, dove fece solo la volta e mezzo l'arco -, s'amalò di
    mal di petto; per che, facendosi portare a Firenze, lasciò che Marco
15   da Montepulciano suo discepolo, col disegno che aveva egli fatto e
    lasciato a don Laurentino, facesse nel detto chiostro le storie della
    vita di San Benedetto; il che fece Marco come seppe il meglio, e
    diede finita l'anno 1448 a dì 24 d'aprile tutta l'opera di chiaroscuro,
    come si vede esservi scritto di sua mano con versi e parole che non
20   sono men goffi che siano le pitture.
    Tornato Lorenzo alla patria, risanato che fu, nella medesima fac-
    ciata del convento di S. Croce dove aveva fatto il S. Cristofano di-
    pinse l'assunzione di Nostra Donna in cielo circundata da un coro
    d'Angeli, et abasso un S. Tommaso che riceve la Cintola. Nel far la
25   quale opera, per esser Lorenzo malaticcio, si fece aiutare a Donatello
    allora giovanetto, onde con sì fatto aiuto fu finita di sorte, l'anno 1450,
    che io credo ch'ella sia la miglior opera, e per disegno e per colorito,
    che mai facesse Lorenzo. Il quale non molto dopo, essendo vecchio
    et affaticato, si morì d'età di sessanta anni incirca, lasciando due
30   figliuoli che attesero alla pittura: l'uno de' quali, che ebbe nome Bicci,
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Edizione Torrentiniana
    Fu condotto in Arezzo e vi dipinse la cappella maggiore di San Ber-
    nardo, convento de' Monachi di Monte Oliveto, con la storia di San
    Bernardo fatta fare da messer Carlo Marsupini; et inoltre cominciò la
    cappella di Francesco Bacci Vecchio in San Francesco d'Arezzo simil-
35   mente. A la quale finita la volta, ammalò di mal di petto e poco andò che
    guarito se ne tornò in Fiorenza, e fece la sala vecchia di Casa Medici
    nella via Larga a Pier Francesco Vecchio.
    Ebbe Lorenzo due figliuoli, Bicci e Neri, i quali furono ambidue pittori,
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