Volume 2

Edizione Giuntina
    nella via de' Bardi alcune storie in fresco della vita di quella
    Santa per Niccolò da Uzzano, che vi fu da lui ritratto di naturale
    insieme con alcuni altri cittadini. Il quale Niccolò col parere e mo-
    dello di Lorenzo murò vicino a detta chiesa il suo palaz[z]o, et il
5   magnifico principio per una Sapienza overo Studio, fra il convento
    de' Servi e quello di San Marco, cioè dove sono oggi i lioni. La
    quale opera, veramente lodevolissima e più tosto da magnanimo
    principe che da privato cittadino, non ebbe il suo fine, perché i danari
    che in grandissima somma Niccolò lasciò in sul Monte di Firenze per
10   la fabrica e per l'entrata di quello Studio furono in alcune guerre o
    altri bisogni della città consumati dai Fiorentini: e se bene non potrà
    mai la fortuna oscurare la memoria e la grandezza dell'animo di Nic-
    colò da Uzzano, non è però che l'universale, dal non si essere finita
    questa opera, non riceva danno grandissimo. Laonde chi disidera gio-
15   vare in simili modi al mondo e lasciare di sé onorata memoria, faccia
    da sé mentre ha vita e non si fidi della fede de' posteri e degl'eredi,
    perché rade volte si vede avere avuto effetto interamente cosa che si
    sia lasciata perché si faccia dai suc[c]essori.
    Ma tornando a Lorenzo, egli dipinse, oltre quello che si è detto,
20   in sul Ponte Rubaconte a fresco in un tabernacolo una No-
    stra Donna e certi Santi che furono ragionevoli. Né molto dopo, es-
    sendo ser Michele di Fruosino spedalingo di Santa Maria Nuova di
    Firenze - il quale Spedale ebbe principio da Folco Portinari cittadino
    fiorentino -, egli deliberò, sì come erano cresciute le facultà dello
25   Spedale, che così fusse accresciuta la sua chiesa dedicata a Santo Egi-
    dio, che allora era fuor di Firenze e piccola affatto. Onde, présone
    consiglio da Lorenzo di Bicci suo amicissimo, cominciò a dì cinque di
    settembre, l'anno 1418, la nuova chiesa, la quale fu in un anno finita
    nel modo ch'ella sta oggi, e poi consegrata solennemente da papa
30   Martino Quinto a richiesta di detto ser Michele, che fu ottavo spe-
    dalingo e degl'uomini della famiglia de' Portinari. La quale sagrazio-
    ne dipinse poi Lorenzo, come volle ser Michele, nella facciata di quel-
    la chiesa, ritraendovi di naturale quel Papa et alcuni cardinali; la
    quale opera, come cosa nuova e bella, fu allora molto lodata. Onde
35   meritò d'essere il primo che dipignesse nella principale chiesa della
    sua città, cioè in Santa Maria del Fiore, dove sotto le finestre di
    ciascuna capella dipinse quel Santo al quale ell'è intitolata, e nei pi-
    lastri poi e per la chiesa i dodici Apostoli con le croci della consegra-
    zione, essendo quel tempio stato solennissimamente quello stesso
40   anno consegrato da papa Eugenio Quarto viniziano. Nella medesima
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