Volume 2

Edizione Giuntina
    attiene alla divisione de' peccati e forma delle pene, ma nel sito o non
    seppe o non potette o non volle imitarlo. Mandò ancora in Arezzo
    una tavola che è in S. Agostino, dove ritrasse papa Gregorio Undeci-
    mo, cioè quello che dopo essere stata la corte tante decine d'anni in
5   Francia, la ritornò in Italia.
    Dopo queste opere ritornatosene a Siena, non vi fece molto lunga
    stanza perché fu chiamato a lavorare a Perugia nella chiesa di S. Do-
    menico, dove nella capella di S. Caterina dipinse a fresco tutta la vita
    di essa Santa, et in S. Francesco, a canto alla porta della sagrestia, al-
10   cune figure, le quali, ancorché oggi poco si discernino, sono cono-
    sciute per di mano di Taddeo, avendo egli tenuto sempre una maniera
    medesima. Seguendo poco poi la morte di Biroldo signor di Perugia
    che fu amazzato l'anno 1398, si ritornò Taddeo a Siena; dove
    lavorando continuamente, attese in modo agli studî dell'arte per farsi
15   valente uomo, che si può affermare, se forse non seguì l'intento suo,
    che certo non fu per difetto o negligenza che mettesse nel fare, ma sì
    bene per indisposizione d'un male opilativo che l'assassinò di ma-
    niera che non potette conseguire pienamente il suo desiderio. Mo-
    Taddeo, avendo insegnato l'arte a un suo nipote chiamato Do-
20   menico, d'anni 59; e le pitture sue furono intorno agl'anni di nostra
    salute 141O.
    Lasciò dunque, come si è detto, Domenico Bartoli suo nipote
    e discepolo, che attendendo all'arte della pittura dipinse con mag-
    giore e migliore pratica, e nelle storie ch'e' fece mostrò molto più
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Edizione Torrentiniana
25   Lavorò Taddeo per Siena molte pitture, nelle quali si vede certa-
    mente diligenzia e studio grandissimo, né restò per lui che, affaticandosi
    del continovo, non divenisse più eccellente di quello che egli era: ma la
    indisposizione di un male oppilativo lo assassinò di maniera che ella
    gli impedì quella ottima voglia che gli fu sempre fissa nello animo mentre
30   che e' visse. Morì Taddeo di anni LIX, e le pitture sue appariscono del
    MCCCCVII. E col tempo gli fu poi fatto questo epitaffio:
    TADDAEUS BARTOLUS SENENSIS HIC SITUS EST. CUM PINGENDI
    ARTIFICIO QUOD IPSE MITISSIMIS ET HUMANISS. MORIBUS TUM
    SUAVITATE INGENII QUAM OPERIBUS SUMMO STUDIO ELABORATIS
35   ET PLANE PERFECTIS VICISSIM EXORNAVERAT IMMORTALITATE DI-
    GNISSIMUS.
    Lasciò Domenico Bartoli suo nipote e discepolo, che attendendo alla
    arte della pittura dipinse con maggior pratica le figure, e nelle istorie
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