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bene era molto vecchio quando tornò in Arezzo, avendo buone fa- |
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cultà arebbe potuto fare senza lavorare; ma non sapendo egli, come |
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quello che a lavorare sempre era avezzo, starsi in riposo, prese a fare |
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alla Compagnia di Santo Agnolo in quella città alcune storie di San |
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Michele, le quali in su lo intonacato del muro disegnate di rossaccio |
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così alla grossa, come gl'artefici vecchi usavano di fare il più delle |
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volte, in un cantone per mostra ne lavorò e colori interamente una |
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storia sola, che piacque assai. Convenutosi poi del prezzo con chi ne |
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aveva la cura, finì tutta la facciata dell'altar maggiore, nella quale |
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figurò Lucifero porre la sedia sua in Aquilone, e vi fece la rovina |
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degl'Angeli i quali in diavoli si tramutano piovendo in terra, dove si |
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vede in aria un S. Michele che combatte con l'antico serpente di |
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sette teste e di dieci corna, e da basso nel centro un Lucifero già mu- |
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tato in bestia bruttissima. E si compiacque tanto Spinello di farlo or- |
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ribile e contraffatto, ch'e' si dice (tanto può alcuna fiata l'immagina- |
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zione) che la detta figura da lui dipinta gl'apparve in sogno domandan- |
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dolo dove egli l'avesse veduta sì brutta e perché fattole tale scorno |
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con i suoi pennelli, e ch'egli svegliatosi dal sonno per la paura, non |
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potendo gridare, con tremito grandissimo si scosse di maniera che la |
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moglie destatasi lo soccorse: ma nientedimanco fu perciò a rischio, |