|
|
tali che universalmente e a gran ragione sono tenute le migliori |
|
|
di tutte quelle che da molti eccellenti maestri sono state in più tem- |
|
|
pi in quel luogo lavorate; perciò che, oltre i particolari detti, egli |
|
|
lavorando ogni cosa a fresco e non mai ritoccando alcuna cosa a |
5 |
|
secco, fu cagione che insino a oggi si sono in modo mantenute |
|
|
vive nei colori ch'elle possono, ammaestrando quegli dell'arte, far |
|
|
loro conoscere quanto il ritoccare le cose fatte a fresco, poi che |
|
|
sono secche, con altri colori, porti (come si è detto nelle Teoriche) |
|
|
nocumento alle pitture et ai lavori, essendo cosa certissima che |
10 |
|
gl'invecchia e non lascia purgargli dal tempo l'esser coperti di colori |
|
|
che hanno altro corpo, essendo temperati con gomme, con draganti, |
|
|
con uova, con colla o altra somigliante cosa che appanna quel di |
|
|
sotto e non lascia che il corso del tempo e l'aria purghi quello che |
|
|
è veramente lavorato a fresco sulla calcina molle, come avverrebbe |
15 |
|
se non fussero loro sopraposti altri colori a secco. |
|
|
Avendo Antonio finita quest'opera, che come degna in verità d'ogni |
|
|
lode gli fu onoratamente pagata da' Pisani che poi sempre molto |
|
|
l'amarono, se ne tornò a Firenze, dove a Nuovoli fuor della Porta al |
|
|
Prato dipinse, in un tabernacolo a Giovanni degl'Agli, un Cristo |
20 |
|
morto con molte figure, la storia de' Magi et il dì del Giudizio molto |
|
|
bello. Condotto poi alla Certosa, dipinse agl'Acciaiuoli, che furono |
|
|
edificatori di quel luogo, la tavola dell'altar maggiore, che a' dì nostri |
|
|
restò consumata dal fuoco per inavvertenza d'un sagrestano di quel |
|
|
monasterio, che avendo lasciato all'altare appiccato il turibile pien di |
25 |
|
fuoco, fu cagione che la tavola abruciasse e che poi si facesse, come |
|
|
sta oggi, da que' monaci l'altare interamente di marmo. In quel me- |
|
|
desimo luogo fece ancora il medesimo maestro, sopra un armario |
|
|
che è in detta capella, in fresco, una Trasfigurazione di Cristo ch'è |
|
|
molto bella. |
30 |
|
E perché studiò, essendo a ciò molto inclinato dalla natura, in |
|
|
Dioscoride le cose dell'erbe, piacendogli intendere la proprietà e |
|
|
virtù di ciascuna d'esse, abandonò in ultimo la pittura e diedesi a |
|
|
stillare semplici e cercargli con ogni studio. Così di dipintore medico |