Volume 2

Edizione Giuntina
    S. Miniato in sul Monte, al tempo di messer Alibrando cittadino e
    vescovo di Firenze; perciò che, oltre agl'ornamenti che di marmo
    vi si veggiono dentro e fuori, si vede nella facciata dinanzi che gl'ar-
    chitetti toscani si sforzarono d'imitare nelle porte, nelle finestre,
5   nelle colonne, negl'archi e nelle cornici, quanto potettono il più,
    l'ordine buono antico, avendolo in parte riconosciuto nell'anti-
    chissimo tempio di San Giovanni nella città loro. Nel medesimo tem-
    po la pittura, che era poco meno che spenta affatto, si vide andare
    riacquistando qualche cosa, come ne mostra il musaico che fu fatto
10   nella capella maggiore della detta chiesa di San Miniato.
    Da cotal principio adunque cominciò a crescere a poco a poco in
    Toscana il disegno et il miglioramento di queste arti, come si vide
    l'anno mille e sedici nel dare principio i Pisani alla fabbrica del Duo-
    mo loro, perché in quel tempo fu gran cosa mettere mano a un corpo
15   di chiesa così fatto, di cinque navate e quasi tutto di marmo dentro
    e fuori. Questo tempio, il quale fu fatto con ordine e disegno di
    Buschetto, greco da Dulicchio, architettore in quell'età rarissimo, fu
    edificato et ornato dai Pisani d'infinite spoglie condotte per mare
    (essendo eglino nel colmo della grandezza loro) di diversi lontanissimi
20   luoghi, come ben mostrano le colonne, base, capitegli, cornicioni et
    altre pietre d'ogni sorte che vi si veggiono. E perché tutte queste cose
    erano alcune piccole, alcune grandi et altre mezzane, fu grande il
    giudizio e la virtù di Buschetto nell'accommodarle e nel fare lo spar-
    timento di tutta quella fabbrica, dentro e fuori molto bene accommo-
25   data. Et oltre all'altre cose, nella facciata dinanzi con gran numero
    di colonne accommodò il diminuire del frontespizio molto ingegno-
    samente, quello di varii e diversi intagli d'altre colonne e di statue
    antiche adornando, sì come anco fece le porte principali della mede-
    sima facciata; fra le quali, cioè allato a quella del Carroccio, fu poi
30   dato a esso Buschetto onorato sepolcro con tre epitaffii, de' quali è
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Edizione Torrentiniana
    sì com'in Pisa la pianta del Duomo da Buschetto, greco da Du-
    lichio, architetto edificata nel MXVI; a onore del quale furono
    fatti, per commemorazione del troppo esser valente in quella età roz[z]a,
    questi versi oggi in Duomo di Pisa alla sua sepoltura:
35   QUOD VIX MILLE BOUM POSSENT IUGA IUNCTA MOVERE
    ET QUOD VIX POTUIT PER MARE FERRE RATIS
    BUSCHETI NISU QUOD ERAT MIRABILE VISU
    DENA PUELLARUM TURBA LEVAVIT ONUS.
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