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cosa di musaico. Laonde, essendo stati dal tempo consumati molti |
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di que' marmi che cuoprono l'otto faccie del tetto di San Giovanni e |
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perciò avendo l'umido che penetrava dentro guasto assai del musaico |
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che Andrea Tafi aveva già in quel temp[i]o lavorato,deliberarono i con- |
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soli dell'Arte de' Mercatanti, acciò non si guastasse il resto, di rifare la |
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maggior parte di quella coperta di marmi e fare similmente racconcia- |
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re il musaico. Per che dato di tutto ordine e commissione a Agnolo, |
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egli l'anno 1346 fece ricoprirlo di marmi nuovi, e sopraporre con nuo- |
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va diligenza i pezzi nelle commettiture due dita l'uno all'altro, intac- |
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cando la metà di ciascuna pietra insino a mezzo. Poi, comettendole in- |
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sieme con stucco fatto di mastrice e cera fondute insieme, l'accomodò |
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con tanta diligenza che da quel tempo in poi non ha né il tetto né le |
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volte alcun danno dall'acque ricevuto. Avendo poi Agnolo racconcio il |
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musaico, fu cagione, mediante il consiglio suo e disegno molto ben |
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considerato, che si rifece in quel modo che sta ora, intorno al detto |
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tempio, tutta la cornice di sopra di marmo sotto il tetto, la quale era |
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molto minore che non è, e molto ordinaria. Per ordine del medesimo |
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furono fatte ancora nel Palagio del Podestà le volte della sala che pri- |
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ma era a tetto, acciò che, oltre all'ornamento, il fuoco, come molto |
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tempo inanzi fatto avea, non potesse altra volta farle danno. Appresso |
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questo, per consiglio d'Agnolo furono fatti intorno al detto palazzo i |
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merli che oggi vi sono, i quali prima non vi erano di niuna sorte. |
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Mentre che queste cose si lavoravano, non lasciando del tutto la |
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pittura, dipinse nella tavola che egli fece dell'altar maggiore di San |
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Brancazio, a tempera, la Nostra Donna, San Giovanni Battista et il |
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Vangelista, et appresso San Nereo, Acchil[l]eo e Pancrazio fratelli |
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con altri Santi. Ma il meglio di quel[l''] opera, anzi quanto vi si vede |
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di buono, è la predella sola, la quale è tutta piena di figure piccole |
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divise in otto storie della Madonna e di Santa Reparata. Nella tavola |
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poi dell'altar grande di Santa Maria Maggiore pur di Firenze fece, |
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per Barone Capelli nel 1348, intorno a una Coronazione di Nostra |
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Donna un ballo d'Angeli ragionevole. Poco poi nella Pieve della terra |
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di Prato, stata riedificata con ordine di Giovanni Pisano l'anno 1312, |
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come si è detto di sopra, dipinse Agnolo nella capella a fresco, dove |
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era riposta la Cintola di Nostra Donna, molte storie della vita di lei, |