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suole molto patire nel pianto quando altri non sa bene valersi dei |
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buon' modi nell'arte. Ma non è gran fatto che Giottino conducesse |
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questa tavola con tanti avertimenti, essendo stato nelle sue fatiche |
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desideroso sempre più di fama e di gloria che d'altro premio o ingor- |
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digia del guadagno, che fa meno diligenti e buoni i maestri del tempo |
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nostro. E come non proccacciò costui d'avere gran ric[c]hezze, così |
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non andò anche molto dietro ai commodi della vita, anzi vivendo |
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poveramente, cercò di sodisfar più altri che se stesso; per che, go- |
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vernandosi male e durando fatica, si morì di tisico d'età d'anni XXXII, |
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e da' parenti ebbe sepoltura fuor di S. Maria Novella alla porta del |
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Martello allato al sepolcro di Bontura. |
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Furono discepoli di Giottino, il quale lasciò più fama che facul- |
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tà, Giovanni Tossicani d'Arezzo, Michelino, Giovanni dal Ponte e |
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Lippo, i quali furono assai ragionevoli maestri di quest'arte; ma più |
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di tutti Giovanni Tossicani, il quale fece dopo Tommaso, di |
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quella stessa maniera di lui, molte opere per tutta Toscana, e parti- |
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colarmente nella Pieve d'Arezzo la capella di S. Maria Madalena de' |
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Tuccerelli, e nella Pieve del castel d'Empoli in un pilastro un S. Ia- |
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copo; nel Duomo di Pisa ancora lavorò alcune tavole che poi sono |
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state levate per dar luogo alle moderne. L'ultima opera che costui |