Volume 2

Edizione Giuntina
    la porta della città che va al Duomo, cioè in un arco dalla parte di
    dentro, una Nostra Donna col Figliuolo in collo con tanta diligenza
    che pare viva, et un S. Francesco et un altro Santo bellissimi: le quali
    due opere, se bene la storia di S. Chiara non è finita per essersene
5   Tommaso tornato a Firenze amalato, sono perfette e d'ogni lode
    dignissime.
    Dicesi che Tommaso fu persona maninconica e molto soletaria,
    ma dell'arte amorevole e studiosissimo, come apertamente si vede
    in Fiorenza nella chiesa di San Romeo, per una tavola lavorata da lui
10   a tempera con tanta diligenza et amore che di suo non si è mai veduto
    in legno cosa meglio fatta. In questa tavola, che è posta nel tramezzo
    di detta chiesa a man destra, è un Cristo morto con le Marie intorno
    e Nicodemo, accompagnati da altre figure che con amaritudine et
    atti dolcissimi et affettuosi piangono quella morte, torcendosi con
15   diversi gesti di mani e battendosi di maniera che nell'aria de' visi si
    dimostra assai chiaramente l'aspro dolore del costar tanto i peccati
    nostri: et è cosa maravigliosa a considerare non che egli penetrasse
    con l'ingegno a sì alta imaginazione, ma che la potesse tanto bene
    esprimere col pennello. Laonde è quest'opera sommamente degna
20   di lode non tanto per lo soggetto e per l'invenzione, quanto per avere
    in essa mostrato l'artefice in alcune teste che piangono, che ancora
    che il lineamento si storca nelle ciglia, negl'occhi, nel naso e nella
    bocca di chi piagne, non guasta però né àltera una certa bellezza, che
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Edizione Torrentiniana
    Dicono che Tommaso fu persona maninconica e molto solitaria, ma nel-
25   l'arte amorevole e studiosissimo, come apertamente si vede in Fiorenza
    nella chiesa di San Romeo, per una tavola lavorata da lui a tempera con
    tanta diligenzia et amore che di suo non si è mai visto in legno cosa me-
    [glio] fatta. Questa tavola è posta nel tramez[z]o di detta chiesa a man
    destra, et èvvi dentro un Cristo morto con le Marie intorno e co' Niccode-
30   mi, accompagnati di altre figure le quali con amaritudine et atti dolcissimi
    et affettuosi piangono quella morte, torcendosi con diversi gesti di mani
    e battendosi di maniera che nella aria del viso si dimostra assai chiara-
    mente l'aspro dolore del costar tanto i peccati nostri: et è cosa maravi-
    gliosa a considerare che e' penetrasse mai con lo ingegno in sì alta imagi-
35   nazione. Questa opera è sommamente degna di lode non tanto per il
    suggetto della invenzione, quanto per avere egli mostrato in alcune teste
    che piangono, che ancora che il lineamento si storca nelle ciglia,
    negli occhi, nel naso e nella bocca di chi piagne, e' non guasta però né
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